Per iniziare qualche domanda, abbastanza facile.
Prometto che tutti saremo in grado di rispondere.
Pronti per la prima domanda?
Bene.
La prima domanda è: stiamo avendo una buona giornata?
Ok: abbiamo la risposta?
Bene.
La seconda domanda è questa: perché, se stiamo avendo una buona giornata, stiamo avendo una buona giornata?
Oppure, se stiamo avendo una brutta giornata: perché stiamo avendo una brutta giornata?
Un’altra domanda: domani, preferiremmo avere una bella giornata o una brutta giornata?
Abbiamo la risposta, giusto?
E dopodomani?
E tra tre giorni?
E tra quattro giorni?
E la settimana prossima?
Quest’ultima domanda probabilmente è la più facile a cui rispondere, perché sappiamo la risposta, giusto? Vogliamo sempre una bella giornata, sempre, tutti i giorni.
Questo è parlare del tipo di felicità che tutti desideriamo.
Abbiamo una buona giornata quando siamo felici e vogliamo essere felici tutti i giorni; non c’è mai giorno in cui noi vogliamo essere infelici.
In ogni caso, tutto dipende sempre da come rispondiamo alla seconda domanda.
Ricordiamo la seconda domanda?
La seconda domanda era: “perché”?
Cioè: perché stiamo avendo una buona giornata?
Perché stiamo avendo una cattiva giornata?
Bene.
Bisogna sapere che nella maggior parte del tempo la nostra mente è come un palloncino nel vento, trascinato di qua e di là, in balia di circostanze esterne.
Accade una cosa: quando le cose fuori da noi vanno bene siamo felici, quando quelle cose vanno male siamo scontenti.
Per esempio: immaginiamo di essere costretti a lavorare con un collega che non ci piace. Se siamo costretti a lavorare con un collega che non ci piace, o se qualcosa non va nel verso giusto, la nostra felicità svanisce.
Finché la risposta alla domanda: “perché sto avendo una buona giornata?” “Perché sto avendo una cattiva giornata?” dipende da fattori esterni a noi, la nostra felicità dipenderà dal cambiamento di quei fattori esterni.
Finché il motivo per cui abbiamo una giornata buona o cattiva dipenderà da un elenco di circostanze esterne, non avremo mai quella felicità stabile che tutti desideriamo.
Perché se la felicità dipende da cose o persone che non possiamo controllare, allora la nostra felicità sarà in mano agli altri.
Vero o no?
Sarà frutto dei capricci delle circostanze che ci ruotano attorno.
Ora, se davvero vogliamo avere una buona giornata tutti i giorni, ci sono due cose da fare.
La prima è smettere di esternalizzare la nostra felicità, cioè smettere di farla dipendere da fattori esterni.
In altre parole, dobbiamo smettere di attribuire la nostra felicità a quello che succede esternamente da noi.
Dobbiamo smettere di incolpare gli altri della nostra infelicità. Finché continueremo a farlo, la nostra felicità interiore sarà instabile ed illusoria.
La seconda cosa è coltivare attivamente una fonte di pace e una fonte di felicità all’interno della nostra mente.
La felicità e l’infelicità sono stati d’animo: di conseguenza le loro vere cause non possono trovarsi fuori dalla nostra mente.
Se il nostro stato d’animo sarà sereno saremo felici, a prescindere dalle persone o dalle circostanze.
Se invece la nostra mente sarà agitata allora sarà impossibile essere felici, anche nelle migliori circostanze.
In altre parole: non è quello che accade a renderci felici o infelici, è solo come rispondiamo a quelle cose che determina se siamo felici o infelici.
E’ solo il nostro stato d’animo a determinare la nostra felicità o infelicità.
Ma allora, cosa possiamo fare?
Come lo mettiamo in pratica?
Come coltiviamo questo stato d’animo sereno?
Qui entra in gioco la meditazione.
La meditazione è un’azione mentale, cioè l’azione di concentrarsi su uno stato d’animo positivo e sereno.
Se ci concentriamo su questo stato d’animo, allora possiamo chiamarla meditazione.
C’è una meditazione formale, quella da seduti schiena dritta e respiro lento e calibrato, ma c’è anche una meditazione non formale, più libera, quella che possiamo fare in qualsiasi momento della giornata, in qualunque posizione e situazione.
Basta imparare a farlo. Basta voler imparare a farlo.
Non c’è un momento o un luogo preciso per meditare: qualsiasi momento o frazione di tempo, o luogo, vanno bene.
Questo monologo è la mia libera traduzione e interpretazione del pensiero del Maestro Gen Kelsang Nyema.
L’importante, in conclusione, è far emergere la felicità che risiede già dentro di noi: questo tipo di felicità è molto più stabile di quella che dipende da fattori esterni a noi, è una felicità solida e duratura perché si nutre della gratitudine che possiamo provare per il fatto stesso di esistere e di essere in vita.
Francesco Pandolfi