Rinnovo pda.
Volevo porre alla sua attenzione la mia personale situazione in fase di rinnovo.
Nel 200x ad un posto di blocco a xxxxx i carabinieri mi trovarono in possesso di un coltellino di 7 cm, che usavo per lavoro in quanto allora facevo il corriere e usavo il coltellino per aprire i sacchi, e mi accollarono una denuncia per "arma atta a offendere".
Premetto che da allora ho rinnovato il Pda già due volte, però ogni volta i carabinieri lo mandano alla questura zonale e questa, a sua volta, lo spedisce a quella della provincia e per 4 - 5 mesi devo andare avanti e indietro in questura e trovare qualche "santo" che mi aiuta.
Le volevo chiedere se è possibile cancellare definitivamente questa denuncia dai terminali giudiziari romani e come fare.
Rispondo partendo dai dati normativi.
TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI PRESSO IL C.E.D. DELLE FORZE DI POLIZIA
Art. 10 Legge 121/1981 come modificato dall’art. 175 comma 3 del D. Lgs. 196/2003
Il controllo sul Centro elaborazione dati e' esercitato dal Comitato parlamentare di cui al secondo comma dell'articolo 11 della legge 24 ottobre 1977, n. 801, attraverso periodiche verifiche dei programmi nonche' di dati e di informazioni casualmente estratti e forniti senza riferimenti nominativi.
Il Comitato puo' ordinare la cancellazione dei dati raccolti in violazione dell'articolo 7. Il Comitato puo' farsi assistere da esperti scelti tra dipendenti delle Camere o del Ministero dell'interno.
I dati e le informazioni conservati negli archivi del Centro possono essere utilizzati in procedimenti giudiziari o amministrativi soltanto attraverso l'acquisizione delle fonti originarie indicate nel primo comma dell'articolo 7, fermo restando quanto stabilito dall'articolo 141 del codice di procedura penale.
Quando nel corso di un procedimento giurisdizionale o amministrativo viene rilevata la erroneita' o l'incompletezza dei dati e delle informazioni o l'illegittimita' della loro raccolta, l'autorita' procedente ne da' notizia al Comitato parlamentare, per i conseguenti provvedimenti, nel rispetto dell'articolo 7.
Chiunque viene a conoscenza, dagli atti o nel corso di un procedimento giurisdizionale o amministrativo, dell'esistenza di dati che lo riguardano, da lui ritenuti erronei o incompleti o illegittimamente raccolti, puo' avanzare istanza al tribunale penale, nel cui circondario e' pendente il procedimento medesimo, perche' compia gli accertamenti necessari e ordini la cancellazione dei dati erronei o illegittimamente raccolti o l'integrazione di quelli incompleti.
Il tribunale decide in camera di consiglio, sentiti l'interessato, l'Amministrazione della pubblica sicurezza e il pubblico ministero, con ordinanza, da notificarsi anche al Comitato parlamentare.
Avverso tale ordinanza puo' essere proposto ricorso per cassazione.
D.P.R. n. 15 del 2018, l'art. 10, comma 3, lett. F i dati relativi ad attività di polizia giudiziaria conclusa con provvedimento di archiviazione - 20 anni dall'emissione del provvedimento.
RISPOSTA
La Sua domanda prevede la seguente risposta.
I dati e le informazioni conservati negli archivi del Centro Elaborazione Dati del Dipartimento di Pubblica Sicurezza possono essere utilizzati in procedimenti giudiziari o amministrativi soltanto attraverso l’acquisizione delle fonti da cui i dati stessi hanno avuto origine, nel suo caso dal comando dei Carabinieri che ha eseguito il sequestro del coltello e ha curato la relativa comunicazione all’autorità giudiziaria.
Ciò posto, accade che al momento del deposito dell’istanza per il rinnovo del porto d’armi, l’ufficio ricevente trasmette gli atti alla Questura/Commissiariato di PS competente, allegando una nota informativa inerente le vicende di polizia/giudiziarie a suo carico, tratte sia dagli atti in possesso di detto ufficio che dalla banca dati delle forze di polizia.
Per tale ragione, puntualmente, lei riscontra il medesimo problema ad ogni procedimento di rinnovo.
Per quanto concerne la richiesta di cancellazione del dato, l’art. 10 comma 3 della legge 1 aprile 1981 n. 121, è necessario chiarire che la richiesta di cancellazione o trasformazione in forma anonima dei dati personali trattati nel CED del Dipartimento P.S può essere valutata solo se i dati sono trattati in violazione di vigenti disposizioni di legge o regolamento.
Diversamente saranno trattenuti per una durata di 20 anni, D.P.R. n. 15 del 2018, l'art. 10, comma 3, lett. f) e, quindi, si potrà procedere al solo aggiornamento.
A conclusione dell’iter che verrà illustrato di seguito, la sua posizione memorizzata dal centro elaborazione dati delle forze di polizia risulterà completamente aggiornata con conseguenti riflessi positivi per la trattazione della pratica in futuro.
L’ufficio incaricato del rinnovo del PDA avrà, da subito, contezza dell’intera vicenda e non sarà necessario effettuare ulteriori accertamenti in merito.
Aggiungo che al termine della procedura, in realtà, otterrà un doppio aggiornamento: da una parte quello ottenuto sulla sua posizione in banca dati e dall’altro quello che, indirettamente, attraverso le procedure che attuerà il ministero, si realizzerà agli atti del comando di polizia che ha prodotto l’inserimento e che custodisce il dato.
Per tali ragioni è opportuno procedere all’aggiornamento dei dati in questione in modo tale che alla prossima verifica lei non debba più confrontarsi con la stessa problematica.
COME FARE PER RISOLVERE
La persona alla quale si riferiscono i dati può chiedere al Ministero dell’Interno – Dipartimento della P.S. – Direzione della Polizia Criminale, la conferma dell’esistenza di dati personali che lo riguardano, la loro comunicazione in forma intelligibile e, se i dati risultano trattati in violazione di vigenti disposizioni di legge o di regolamento, la loro cancellazione o trasformazione in forma anonima.
Esperiti i necessari accertamenti, l’Ufficio le risponderà, non oltre trenta giorni dalla richiesta, le determinazioni adottate.
L’Ufficio può omettere di provvedere sulla richiesta se ciò può pregiudicare azioni od operazioni a tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica o di prevenzione e repressione della criminalità, dandone informazione al Garante per la protezione dei dati personali che, quale Autorità nazionale di controllo del Centro Elaborazione Dati, esercita il relativo controllo sul trattamento dei dati personali.
Nella prima fase, quindi, lei eserciterà il diritto di accesso al fine di verificare l’effettiva esistenza del dato a suo carico circostanziando, quanto più possibile, il dato che si ricerca, suggerisco a tal proposito, qualora ne sia ancora in possesso, di allegare la copia del verbale di sequestro alla richiesta che effettuerà compilando il modulo di richiesta a cui dovrà allegare anche la copia fotostatica e firmata di un documento di identità in corso di validità.
La documentazione di cui sopra dovrà essere inviata, con raccomanda a/r, a: Ministero dell'Interno Dipartimento della Pubblica Sicurezza Direzione Centrale della Polizia Criminale Via Torre di Mezzavia, 9 00173 Roma.
Se titolare di una casella di posta elettronica certificata (PEC) potrà trasmettere la documentazione all’indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., al riguardo, se intende utilizzare quest’ultimo mezzo le consiglio di verificare che i documenti inviati siano pienamente leggibili e contengano un idoneo recapito (postale o PEC) dove lei possa agevolmente ricevere la risposta.
Nel caso in cui alla richiesta non sia fornita una risposta ritenuta soddisfacente, potrà proporre reclamo al Garante per la protezione dei dati personali, al seguente indirizzo: Garante per la protezione dei dati personali Piazza Venezia n. 11 00187 Roma Tel.: (+39) 06.696771 Fax: (+39) 06.69677.3785 email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Una volta acquisita la risposta da parte del Ministero, nell’ipotesi sia conferma la presenza del dato e che esso non sia registrato in violazione delle norme che regolano la materia, si passa alla seconda fase ovvero, al fine di procedere alla rettifica/aggiornamento del dato si dovrà compilare ed inviare sempre all’indirizzo sopra indicato il mod. 2A (in allegato) a cui dovrà aggiungere la documentazione comprovante l’aggiornamento del dato che si richiede.
Ad esempio, potrebbe trattarsi di un decreto archiviazione relativo al procedimento penale instaurato a seguito del sequestro del coltello, oppure un decreto di condanna oppure una sentenza di assoluzione.
Tale documentazione dovrà essere da lei acquisita presso la Procura della Repubblica del Tribunale competente.
Altre informazioni?
Contatta l'Avv. Francesco Pandolfi
3286090590
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.