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Giovedì, 23 Settembre 2021 19:15

Fucile uso caccia e reati di pericolo

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Da una singola violazione del codice stradale per guida alterata, non può scattare automaticamente il divieto generale di detenzione delle armi.

 

 

 

Il Questore revoca la tua licenza di porto di fucile per uso caccia.

 

Il provvedimento nasce da un unico episodio di guida in stato di ebbrezza alcolica, accertato dalla Polizia Stradale, per il quale sei stato successivamente condannato con il rito del patteggiamento.

 

Una volta avviata la pratica amministrativa, tu hai spiegato che si è trattato di un unico ed isolato episodio di guida in stato di ebbrezza.

 

Il tribunale ti dà ragione ed annulla il provvedimento del Questore.  

 

Il perché è presto spiegato: in pratica l'episodio in cui sei stato controllato alla guida in uno stato di alterazione psicofisica è rimasto isolato, non essendo incorso in ulteriori condotte tali da far nascere dubbi sulla tua idoneità all'uso delle armi, fatto che l'Amministrazione non ha tuttavia valutato.

 

Non solo: oltre ad avere riconosciuto l'assunzione di alcol, hai prodotto documentazione che conferma la tua astensione dall'abuso di alcolici e l'occasionalità dell'evento contestato dall'amministrazione.

 

Insomma: da una singola violazione del codice stradale per guida alterata, non può conseguire automaticamente anche un divieto generale di detenzione delle armi, quando la motivazione non supporta adeguatamente il giudizio di pericolosità sociale per l'ordine e la sicurezza pubblica.

 

Per questo i magistrati annullano il provvedimento del Questore e tu vinci la causa [1].

 

Questo è un caso dove la revoca del Questore è esagerata ed è un caso sicuramente utile da tenere in considerazione viste le numerose volte in cui si manifestano, nella pratica quotidiana, questo tipo di situazioni.

 

La morale è: in presenza di una revoca di licenza sotto questa forma, bisogna presentare il ricorso senza indugio.

 

 

 

[1] Tar Milano Sezione 1, sentenza n. 1840 del 27.07.2021.

 

 

 

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Letto 1795 volte Ultima modifica il Giovedì, 23 Settembre 2021 19:18
Francesco Pandolfi e Alessandro Mariani

Francesco Pandolfi

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Francesco Pandolfi AVVOCATO

Lo studio Pandolfi Mariani è stato fondato dall’avvocato Francesco Pandolfi.

Egli inizia la sua attività nel 1995; il 24.06.2010 acquisisce il patrocinio in Corte di Cassazione e Magistrature Superiori. Si è occupato prevalentemente di diritto amministrativo, diritto militare, diritto delle armi, responsabilità medica, diritto delle assicurazioni.

E' autore di numerose pubblicazioni su importanti quotidiani giuridici on line, tra cui Studio Cataldi e Mia Consulenza; nel 2018 ha pubblicato il libro "Diritto delle armi, 20 sentenze utili".

La sua Missione era e continua ad essere con lo studio da lui fondato: "aiutare a risolvere problemi giuridici".

Riteneva che il più grande capitale fosse la risorsa umana e che il più grande investimento, la conoscenza. Ha avuto l'opportunità di servire persone in tutta Italia.

I tratti caratteristici della sua azione erano: tattica, esperienza, perseveranza. coraggio, orientamento verso l'obiettivo.

Tutto questo resta, lo studio da lui fondato continua l’attività con gli avvocati e i collaboratori con i quali ha sempre lavorato nel corso degli anni e ai quali ha trasmesso tutte le sue competenze.

 

 

Alessandro Mariani Avvocato

data di nascita: 08/04/1972

 

Principali mansioni e responsabilità: 
Avvocato
Consulenza legale e redazione atti giudiziari per il recupero del credito (Decreto Ingiuntivo e Costituzione nelle opposizioni);
Attività giudiziale e stragiudiziale con apertura di partita iva ed iscrizione alla casa forense;
Iscrizione nell’Albo degli Avvocati stabiliti di Latina dal 26/4/2012.

 

 

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