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Giovedì, 07 Dicembre 2017 14:53

Armi per uso sportivo e diniego di rilascio: Ministero dell'Interno perde la causa a Catanzaro

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La vicenda

Il Questore respinge un'istanza di licenza di porto delle armi per uso sportivo; neanche a dirlo la parte ricorrente, ritenendo sbagliata la scelta amministrativa, impugna l'atto con il quale il Questore gli ha negato tale rilascio.

Pare che alla base del convincimento negativo della Questura ci sia la frequentazione di questa persona con ambienti poco chiari e con persone probabilmente pericolose, forse vicine a gruppi delinquenziali o comunque ad alcuni di questi soggetti.

Più nello specifico, il diniego poggia pure sul fatto che il richiedente risulta indagato e sottoposto a fermo di P.G. per il reato di riciclaggio di danaro proveniente da traffico di sostanze stupefacenti (si tratta di un procedimento penale concluso con l'archiviazione nel 1995, visto che gli elementi acquisiti non sono apparsi idonei a sostenere l'accusa in giudizio).

Andando più avanti, la nota informativa della Stazione dei Carabinieri ci dice che l'istante è stato controllato con altre persone (una di esse esponente di vertice di un sodalizio mafioso) e diversi tra questi risultano pluripregiudicati di un certo profilo.

Per esempio: nel novembre 1995 viene controllato con un individuo penalmente censito per vari reati;

nel marzo 1997 viene poi controllato con altra persona collocata al  vertice di un sodalizio criminoso ed appartenente ad un nucleo familiare censito per reati di associazione mafiosa, estorsione, reati in materia di stupefacenti ed altro.

C’è poi il fatto che la nostra persona viene segnalata nel 2015 per il reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti.

 

Insomma, un po’ di tutto: non manca proprio niente.

 

 

La posizione della Questura

Ritiene che le vicende giudiziarie e i risultati dei controlli incidono in termini assolutamente negativi sulla condotta e soprattutto sulla affidabilità del ricorrente, poiché concreto è il pericolo che le armi possano entrare nella materiale disponibilità di tali persone pericolose ed essere usate per fini illeciti.

 

 

Il ragionamento del Tribunale

Logico e lineare. La sentenza è del Tar Catanzaro, sezione 1, n. 176 del 10.02.2017.

Logico e lineare perché semplicemente aderente all’oggettività delle circostanze.

Dice infatti il tribunale che la vicenda relativa al reato di riciclaggio di denaro proveniente dal traffico di stupefacenti, oltre che assai lontana nel tempo è irrilevante, in quanto conclusa con un provvedimento di archiviazione dell'Autorità giudiziaria e inoltre non risultano ulteriori acquisizioni da parte dell'organo di polizia che possano mettere in evidenza un possibile attuale rilievo della vicenda stessa.

Ma poi, i controlli relativi ad incontri con soggetti controindicati sono lontanissimi nel tempo, in quanto l'ultimo di essi è del 1997.

Ancora, la vicenda giudiziaria relativa al reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti è del tutto priva di rilievo, in quanto non risulta intervenuto alcun accertamento da parte dell'Autorità giudiziaria e, comunque, non può influire sul pericolo di abuso del titolo di polizia.

 

 

Ricorso accolto

Il ricorso è quindi fondato ed è accolto, con conseguente annullamento del provvedimento di diniego; spese del giudizio poste a carico dell'Amministrazione dell'Interno.

 

 

 

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Francesco Pandolfi e Alessandro Mariani

Francesco Pandolfi

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Francesco Pandolfi AVVOCATO

Lo studio Pandolfi Mariani è stato fondato dall’avvocato Francesco Pandolfi.

Egli inizia la sua attività nel 1995; il 24.06.2010 acquisisce il patrocinio in Corte di Cassazione e Magistrature Superiori. Si è occupato prevalentemente di diritto amministrativo, diritto militare, diritto delle armi, responsabilità medica, diritto delle assicurazioni.

E' autore di numerose pubblicazioni su importanti quotidiani giuridici on line, tra cui Studio Cataldi e Mia Consulenza; nel 2018 ha pubblicato il libro "Diritto delle armi, 20 sentenze utili".

La sua Missione era e continua ad essere con lo studio da lui fondato: "aiutare a risolvere problemi giuridici".

Riteneva che il più grande capitale fosse la risorsa umana e che il più grande investimento, la conoscenza. Ha avuto l'opportunità di servire persone in tutta Italia.

I tratti caratteristici della sua azione erano: tattica, esperienza, perseveranza. coraggio, orientamento verso l'obiettivo.

Tutto questo resta, lo studio da lui fondato continua l’attività con gli avvocati e i collaboratori con i quali ha sempre lavorato nel corso degli anni e ai quali ha trasmesso tutte le sue competenze.

 

 

Alessandro Mariani Avvocato

data di nascita: 08/04/1972

 

Principali mansioni e responsabilità: 
Avvocato
Consulenza legale e redazione atti giudiziari per il recupero del credito (Decreto Ingiuntivo e Costituzione nelle opposizioni);
Attività giudiziale e stragiudiziale con apertura di partita iva ed iscrizione alla casa forense;
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