Una selezione di sentenze favorevoli per il ricorrente, emesse dal Tar Palermo.
Presentare un ricorso amministrativo per contestare un diniego in materia di armi, lo sappiamo, può essere una questione spinosa.
Occorre però sapere che, rispetto ad un certo numero di decisioni sfavorevoli dei Tribunali italiani in materia di armi, se ne trova una discreta quantità sul favorevole versante opposto.
Il Tar Palermo brilla per lucidità argomentativa, che spesso esprime nelle proprie decisioni di segno favorevole per il ricorrente.
Qui illustro solo alcune tra queste sentenze, annotandone una rapida sintesi al fine di consentirne una veloce ed utile consultazione e con una breve “traduzione” dal giuridichese all’italiano.
Indice
Tribunale Amministrativo Regionale Sicilia - Palermo, Sezione 2
Sentenza 8 febbraio 2019, n. 357.
Tribunale Amministrativo Regionale Sicilia - Palermo, Sezione 1
Sentenza 14 novembre 2017, n. 2601.
Tribunale Amministrativo Regionale Sicilia - Palermo, Sezione 3
Sentenza 4 marzo 2019, n. 659.
Tribunale Amministrativo Regionale Sicilia - Palermo, Sezione 1
Sentenza 29 ottobre 2018, n. 2185.
Tribunale Amministrativo Regionale Sicilia - Palermo, Sezione 1
Sentenza 20 novembre 2018, n. 2404.
Tribunale Amministrativo Regionale Sicilia - Palermo, Sezione 1
Sentenza 13 giugno 2019, n. 1573.
Tribunale Amministrativo Regionale Sicilia - Palermo, Sezione 2
Sentenza 8 febbraio 2019, n. 357
La revoca della licenza per porto d'armi deve essere adeguatamente motivata essendo insufficiente il riferimento al patteggiamento per i reati fiscali, se al legale rappresentante della società, detentore di armi per decenni per l'esercizio della caccia non può essere imputato alcunché riguardo alla correttezza ed avvedutezza nella custodia e nel maneggio delle armi medesime.
Traduzione: di per sé il reato fiscale non si trova in correlazione diretta con l’uso dell’arma.
Tribunale Amministrativo Regionale Sicilia - Palermo, Sezione 1
Sentenza 14 novembre 2017, n. 2601
Un giudizio di inaffidabilità circa l'uso delle armi può anche formularsi sulla scorta di ripetute frequentazioni dell'istante con soggetti pregiudicati, purché venga operata una valutazione complessiva della personalità del soggetto e, quindi, non senza aver, da un lato, rilevato che le frequentazioni del richiedente con pregiudicati si siano svolte in circostanze di tempo e luogo che denotano non potersi trattare di mero contatto occasionale e, dall'altro, valutato in concreto l'incidenza di tali frequentazioni in ordine al giudizio prognostico di abuso delle armi.
Traduzione: va dimostrato che la frequentazione con un pregiudicato incida per forza in modo negativo sull’uso dell’arma.
Tribunale Amministrativo Regionale Sicilia - Palermo, Sezione 3
Sentenza 4 marzo 2019, n. 659
In materia di detenzione di armi, a fronte di reiterati e regolari rinnovi della licenza di porto, il provvedimento di revoca necessita di una motivazione rafforzata con specifico riferimento a fatti ritenuti indice di inaffidabilità del titolare.
Traduzione: l’amministrazione deve spiegare perché oggi ritiene che la persona non sia più affidabile, mentre in precedenza lo è sempre stata.
Tribunale Amministrativo Regionale Sicilia - Palermo, Sezione 1
Sentenza 29 ottobre 2018, n. 2185
Il pericolo di abuso delle armi non solo deve essere comprovato, ma richiede una adeguata valutazione non del singolo episodio ma anche della personalità del soggetto sospettato che possa giustificare un giudizio prognostico sulla sua sopravvenuta inaffidabilità, non potendo la mera denuncia all'Autorità giudiziaria considerarsi sufficiente a giustificare la revoca ovvero il diniego di porto d'armi.
Traduzione: se io denuncio una persona, questo solo fatto di per sé non significa che quella persona si deve dopo ritenere pericolosa con l’arma, ma va esaminato insieme a tanti altri elementi della personalità.
Tribunale Amministrativo Regionale Sicilia - Palermo, Sezione 1
Sentenza 20 novembre 2018, n. 2404
In tema di divieto di detenzione e porto d'armi il potere discrezionale della Pubblica amministrazione va esercitato nel rispetto dei canoni tipici della discrezionalità amministrativa, sia sotto il profilo motivazionale che sotto quello della coerenza logica e ragionevolezza, dandosi conto in motivazione dell'adeguata istruttoria espletata al fine di evidenziare circostanze di fatto in ragione delle quali il soggetto sia ritenuto pericoloso o comunque capace di abusi; ne consegue che il pericolo di abuso delle armi non solo deve essere comprovato, ma richiede una adeguata valutazione non del singolo episodio ma anche della personalità del soggetto sospettato che possa giustificare un giudizio prognostico sulla sua sopravvenuta inaffidabilità, non potendo la mera denuncia all'Autorità giudiziaria considerarsi sufficiente a giustificare la revoca ovvero il diniego di porto d'armi.
Traduzione: il legame di parentela con persone che hanno precedenti penali per fatti di mafia di per sé non dice niente sul pericolo di abuso dell’arma, ma richiede precisi approfondimenti, proprio per capire fino in fondo se può rappresentare un pericolo.
Tribunale Amministrativo Regionale Sicilia - Palermo, Sezione 1
Sentenza 13 giugno 2019, n. 1573
In tema di divieto di detenzione e porto d'armi, la sottoposizione a procedimenti penali, conclusa con provvedimenti di archiviazione, non è circostanza che possa da sola giustificare il divieto di autorizzazione di polizia per sopravvenuta inaffidabilità del titolare della stessa per perdita del requisito della buona condotta, che può essere conseguente solo ad una valutazione complessiva della personalità del soggetto destinatario del diniego di rinnovo dell'autorizzazione di Polizia.
Traduzione: il procedimento penale poi archiviato, preso da solo, non è motivo sufficiente per il divieto dell’autorizzazione.
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