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Giovedì, 15 Luglio 2021 18:34

Fucile uso caccia: ricorso contro diniego del Questore

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Rigetto dell’istanza di riesame contro il decreto di diniego del porto di fucile per uso caccia. Le regole di base da sapere per presentare il ricorso.

 

Indice

Il decreto sfavorevole della Questura

Come impugnare il decreto

Come impostare il ricorso

Come scegliere avvocato giusto

 

Il decreto sfavorevole della Questura

Sei una persona che ama il mondo della caccia e, per quanto tu ne possa sapere, sei stato sempre attento a non commettere violazioni che potessero minacciare il porto di fucile.

 

Pensi che non è colpa tua se, in alcune occasioni, sei stato controllato con persone gravate da precedenti penali.

 

Ma, in finale, se una persona che neppure conosci bene è gravata da precedenti tu che cosa ne puoi sapere?

 

Mica quando parli con un conoscente gli chiedi informazioni sulla sua fedina penale. O no?

 

Eppure, per la Questura non è così.

 

Il fatto di essere stato controllato in diverse occasioni con persone che avevano gravi precedenti penali e di Polizia, fra i quali ricettazione e detenzione abusiva di armi, fa si che la tua istanza di riesame contro il diniego del porto di fucile uso caccia venga bocciata.

 

Anzi, non servono neppure le tue memorie difensive successive dove cerchi di spiegare la tua estraneità: per la Questura non ci sono elementi di novità e, quindi, conferma il rigetto punto e basta.

 

Come impugnare il decreto

A questo punto ti stai chiedendo come fare per uscire da questo problema?

 

Ebbene: la risposta che posso darti subito è di pensare ad un ricorso al tribunale amministrativo, con un avvocato che abbia esperienza in diritto amministrativo delle armi.

 

Parlo del ricorso al Tar.

 

L’altra cosa che ti chiedi è questa: in sede di ricorso come posso meglio impugnare il diniego del Questore visto il rigetto del riesame precedente?

 

In sostanza, come puoi fare a convincere il collegio di giudici ad accogliere il tuo ricorso?

 

Bene. Ti dico che, ovviamente, l’esito della causa, come puoi facilmente intuire da solo, non è mai scontato.

 

Questo è bene sempre tenerlo a mente.

 

Tuttavia in questa materia puoi contare su alcuni criteri che possono aiutarti a raggiungere il buon esito che speri.

 

 

 

Come impostare il ricorso

Vediamo allora quali sono questi punti fermi del ricorso.

 

Per impugnare il decreto non favorevole del Questore devi inserire nel ricorso solo argomenti persuasivi che possono far breccia nella testa dei giudici [1].

 

Cioè devi portare il Collegio a dire che, a fronte della circostanza che gli elementi a te sfavorevoli risalgono magari a tanti anni fa, oggi manca del tutto il richiamo ad elementi ulteriori ed aggiornati.

 

Inoltre, metti in risalto nel ricorso quanto segue: è cosa nota che l’Amministrazione deve dimostrare, attraverso una compiuta istruttoria, la persistente attualità degli elementi a suo tempo ritenuti ostativi al rilascio del titolo di polizia.

 

Eccoti quindi spiegato, sia pur in estrema sintesi, come impugnare un decreto sfavorevole del Questore che ha respinto la tua istanza di riesame avverso il decreto di diniego del porto di fucile per uso caccia.

 

 

 

Come scegliere avvocato giusto

E’ chiaro che, al di là delle indicazioni di massima date sopra, se vogliamo possiamo andare molto più a fondo studiando il singolo caso.

 

Tutto il discorso difensivo ovviamente ha un senso se il ricorso lo affidi ad un professionista che tratta tutti i giorni la materia del diritto amministrativo delle armi.

 

Troppe volte, infatti, i ricorrenti fanno presentare il ricorso ad avvocati che, pur essendo bravissimi in altre materie poco sanno delle armi e, per conseguenza, i ricorsi che vengono proposti da loro alla fine risultano carenti.

 

Per approfondire, consulta le mie pubblicazioni in rete sui portali MiaConsulenza e StudioCataldi: troverai centinaia di articoli tematici che ti aiuteranno a scegliere l’assistenza legale su misura per il tuo caso.

 

[1] ­­­­­­­­Tar per la Calabria, sentenza n. 502 del 31.05.2021.

 

 

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Francesco Pandolfi e Alessandro Mariani

Francesco Pandolfi

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Francesco Pandolfi AVVOCATO

Lo studio Pandolfi Mariani è stato fondato dall’avvocato Francesco Pandolfi.

Egli inizia la sua attività nel 1995; il 24.06.2010 acquisisce il patrocinio in Corte di Cassazione e Magistrature Superiori. Si è occupato prevalentemente di diritto amministrativo, diritto militare, diritto delle armi, responsabilità medica, diritto delle assicurazioni.

E' autore di numerose pubblicazioni su importanti quotidiani giuridici on line, tra cui Studio Cataldi e Mia Consulenza; nel 2018 ha pubblicato il libro "Diritto delle armi, 20 sentenze utili".

La sua Missione era e continua ad essere con lo studio da lui fondato: "aiutare a risolvere problemi giuridici".

Riteneva che il più grande capitale fosse la risorsa umana e che il più grande investimento, la conoscenza. Ha avuto l'opportunità di servire persone in tutta Italia.

I tratti caratteristici della sua azione erano: tattica, esperienza, perseveranza. coraggio, orientamento verso l'obiettivo.

Tutto questo resta, lo studio da lui fondato continua l’attività con gli avvocati e i collaboratori con i quali ha sempre lavorato nel corso degli anni e ai quali ha trasmesso tutte le sue competenze.

 

 

Alessandro Mariani Avvocato

data di nascita: 08/04/1972

 

Principali mansioni e responsabilità: 
Avvocato
Consulenza legale e redazione atti giudiziari per il recupero del credito (Decreto Ingiuntivo e Costituzione nelle opposizioni);
Attività giudiziale e stragiudiziale con apertura di partita iva ed iscrizione alla casa forense;
Iscrizione nell’Albo degli Avvocati stabiliti di Latina dal 26/4/2012.

 

 

www.miaconsulenza.it

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