La Questura non può rigettare l’istanza per la licenza di porto di fucile per tiro a volo senza approfondire la questione sottostante la denuncia.
Sei stato denunciato per minacce da una tua vicina, una signora che a un certo punto ha deciso di adibire una parte della sua abitazione a rumoroso rifugio per cani randagi.
C’è da dire che, insieme ad altri vicini e tuoi conoscenti, con diversi esposti e denunce hai già, prima, segnalato e denunciato questa fastidiosa situazione al Comune e alle Autorità.
Quella signora, probabilmente per vendicarsi, intimidirti e metterti pressione, ha pensato di denunciarti a sua volta per ingiurie, minacce e danneggiamento, cercando così di metterti paura e di farti smettere con le denunce per il canile abusivo.
Il Comune stesso, resosi conto della situazione, ha pure emesso un’ordinanza contro questo canile.
Al di là dell’antefatto, il problema ora è questo: nel momento in cui ti sei trovato a presentare l’istanza per il rilascio del porto di fucile per tiro a volo la Questura te l’ha respinta, viste le denunce che ti ha fatto la signora del canile.
In pratica: il Questore si è insospettito per queste querele, ma senza approfondire i veri motivi per cui sono state presentate.
Tu però sei una persona per bene: per questo hai subito presentato il ricorso e il giudice lo ha accolto [1].
Si perché, ha detto il tribunale, non è possibile per il Questore rigettare l’istanza senza indagare a fondo i motivi delle denunce subite da chi chiede la licenza, soprattutto se quelle denunce sono un chiaro segno di rappresaglia e di ritorsione della signora del canile, denunciata ripetutamente a sua volta per il suo comportamento abusivo e contro legge.
In conclusione, in una situazione del genere le querele sono una specie di intimidazione nei tuoi confronti: tu sei la vera vittima e non il protagonista delle minacce, offese e danneggiamenti.
Della serie: tu mi denunci per il canile? Bene, allora io ti rovino come posso e non ti faccio prendere la licenza in Questura.
Per fortuna che i magistrati sanno riconoscere la verità in queste strane situazioni.
[1] Tar Puglia Sez. Seconda, sentenza n. 317/22 pubblicata il 28.02.2022.
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Mi denunciano per intimidirmi e la Questura mi nega il porto d’armi
Scritto da Francesco Pandolfi e Alessandro MarianiFrancesco Pandolfi e Alessandro Mariani
Francesco Pandolfi
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Francesco Pandolfi AVVOCATO
Lo studio Pandolfi Mariani è stato fondato dall’avvocato Francesco Pandolfi.
Egli inizia la sua attività nel 1995; il 24.06.2010 acquisisce il patrocinio in Corte di Cassazione e Magistrature Superiori. Si è occupato prevalentemente di diritto amministrativo, diritto militare, diritto delle armi, responsabilità medica, diritto delle assicurazioni.
E' autore di numerose pubblicazioni su importanti quotidiani giuridici on line, tra cui Studio Cataldi e Mia Consulenza; nel 2018 ha pubblicato il libro "Diritto delle armi, 20 sentenze utili".
La sua Missione era e continua ad essere con lo studio da lui fondato: "aiutare a risolvere problemi giuridici".
Riteneva che il più grande capitale fosse la risorsa umana e che il più grande investimento, la conoscenza. Ha avuto l'opportunità di servire persone in tutta Italia.
I tratti caratteristici della sua azione erano: tattica, esperienza, perseveranza. coraggio, orientamento verso l'obiettivo.
Tutto questo resta, lo studio da lui fondato continua l’attività con gli avvocati e i collaboratori con i quali ha sempre lavorato nel corso degli anni e ai quali ha trasmesso tutte le sue competenze.
Alessandro Mariani Avvocato
data di nascita: 08/04/1972
Principali mansioni e responsabilità:
Avvocato
Consulenza legale e redazione atti giudiziari per il recupero del credito (Decreto Ingiuntivo e Costituzione nelle opposizioni);
Attività giudiziale e stragiudiziale con apertura di partita iva ed iscrizione alla casa forense;
Iscrizione nell’Albo degli Avvocati stabiliti di Latina dal 26/4/2012.
www.miaconsulenza.it
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