La sicurezza pubblica
In materia di armi l’Ordinamento giuridico italiano ha come scopo finale la tutela dell’ordine e della sicurezza pubblici; pertanto rilascio, revoca della licenza e autorizzazione alla detenzione sono in nesso causale con il fine sopra descritto.
Per chi appartiene al mondo delle armi è assai utile conoscere in anticipo il ragionamento della competente Autorità, quando questa è chiamata a valutare, per esempio, la revoca dell’autorizzazione o il divieto di detenzione.
Come ragione l’Amministrazione
L’Amministrazione pubblica valuta ogni aspetto dell’affidabilità: un caso deciso dal Tar Brescia (sentenza n. 569/2017, attinente a porto d’armi ad uso sportivo) ci torna utile per mettere a fuoco i passaggi critici, una vera e propria “radiografia” fatta sull’interessato.
Questi dunque i criteri utili che si possono ricavare, a contrario, dalla pronuncia.
L’affidabilità può essere scalfita per un non nulla, come suol dirsi: ciò che si chiede al titolare è l’espressione massima della fiducia, non minima.
La persona interessata non deve essere per forza “pericolosa” per vedere intaccata la propria affidabilità: questa può essere erosa per molto meno.
L’Autorità si mette all’opera per cercare di rilasciare l’autorizzazione se vede chiaramente condizioni massime di sicurezza, non minime.
Qualsiasi piccola negligenza dell’interessato provoca un restringimento notevole della fiducia a lui accordata dall’amministrazione.
L’Autorità, in questa delicata materia, molto difficilmente tollera condotte aggressive ed impulsive, prive di self control.
L’Autorità farà del tutto per prevenire l’incolumità dei terzi.
Il ruolo del difensore
Sarà quello di assistere l’interessato e criticare la decisione dell’amministrazione, se effettivamente criticabile, principalmente in due casi:
- quando si trova in presenza di fatti travisati,
- quando la valutazione amministrativa è del tutto inattendibile.
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