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Lunedì, 14 Agosto 2017 08:28

Diritto all'oblio: come tutelarsi contro il motore di ricerca?

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Che cos’è il diritto all’oblio

Partiamo innanzitutto dalla nozione di oblio, o meglio, del diritto all’oblio.

Questo diritto non è altro che un aspetto del più ampio diritto all’identità personale.

Volendoli descrivere, possiamo dire che il primo è una particolare forma di garanzia (fonte: Wikipedia) che tende ad impedire la divulgazione senza particolari motivi di precedenti pregiudizievoli dell'onore di una persona (principalmente i precedenti giudiziari).

In base a questo principio non è legittimo diffondere informazioni a proposito di condanne ricevute o comunque altri dati sensibili di analogo argomento, salvo che si tratti di casi particolari ricollegabili a fatti di cronaca ed anche in tali casi la pubblicità del fatto deve essere proporzionata all'importanza dell'evento ed al tempo trascorso dall'accaduto.

In estrema sintesi, il diritto all’oblio mira a permettere la dissociazione del proprio nome da uno specifico risultato di ricerca on line.

 

 

Che cos’è il diritto all’identità personale

Attingendo a fonti di pubblico dominio sul web (Wikipedia), risulta che il diritto all’identità personale (da cui deriva il diritto all’oblio) è la proiezione esterna della persona, con riferimento alle proprie caratteristiche e manifestazioni ideologiche.

L'identità personale si differenzia dal diritto all'immagine sociale, perché quest'ultima non è tutelata se l'indebito utilizzo dell'immagine migliora la vera immagine della persona.

La giurisprudenza ricostruisce il diritto all'identità personale volta per volta attraverso il richiamo a vari riferimenti normativi, come ad es. il diritto all'onore, alla dimensione socio-politica, ecc., ed inoltre spesso ha tutelato tale diritto anche con riferimento a persone giuridiche ed associazioni non riconosciute.

 

 

Il concetto di persona

Non coincide necessariamente con quello di soggetto giuridico, ma comporta una considerazione più ampia del semplice centro di imputazione di situazioni giuridiche soggettive.

In sostanza, la persona è l'insieme di tutte le caratteristiche del singolo individuo, e quindi delle caratteristiche fisiche tangibili, etiche, comportamentali, morali e spirituali, nonché della proiezione del singolo nella vita sociale, ossia della percezione che ogni persona dà di se stessa all'esterno.

Questo insieme di caratteristiche dà luogo ad una combinazione irripetibile: quando si parla di identità, dal punto di vista giuridico si intende parlare di individui unici e dalle caratteristiche irripetibili.

 

 

Quando tutelare il diritto all’oblio contro il motore di ricerca

E’ semplice: quando la diffusione della notizia on line risulta:

  • non pertinente,
  • incompleta,
  • non aggiornata,
  • priva di interesse pubblico alla conoscenza.

In questi casi l’interessato ha diritto di chiedere ed ottenere la dissociazione del proprio nome dal risultato di ricerca.

 

 

Come tutelare il diritto all’oblio contro il motore di ricerca

Bisogna agire con l’aiuto di un avvocato al fine di chiedere ed ottenere, anche in causa, il ridimensionamento della propria visibilità telematica (caso affrontato dal Tribunale di Milano, sez. 1 civile, deciso con sentenza n. 10374 del 28 settembre 2016, con la quale il Giudice ha condannato il motore di ricerca alla deindicizzazione della url e alla cancellazione delle tracce digitali di ricerca, in quanto i dati personali dell’interessato, seppur attuali, non erano aggiornati, ne pertinenti ed erano incompleti).

   

 

In pratica

Il diritto di cui stiamo parlando si distingue dal diritto di essere definitivamente dimenticato, che attiene all’interesse dell’individuo a non essere più trovato on line.

Nel momento in cui si vede chiaramente che la diffusione della notizia non è pertinente, agire senza indugio per ottenere la condanna del motore di ricerca.

 

 

Altre informazioni su questo argomento?

Contatta la Redazione oppure l’avv. Francesco Pandolfi

3286090590

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Letto 2429 volte Ultima modifica il Domenica, 05 Novembre 2017 19:01
Francesco Pandolfi e Alessandro Mariani

Francesco Pandolfi

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Francesco Pandolfi AVVOCATO

Lo studio Pandolfi Mariani è stato fondato dall’avvocato Francesco Pandolfi.

Egli inizia la sua attività nel 1995; il 24.06.2010 acquisisce il patrocinio in Corte di Cassazione e Magistrature Superiori. Si è occupato prevalentemente di diritto amministrativo, diritto militare, diritto delle armi, responsabilità medica, diritto delle assicurazioni.

E' autore di numerose pubblicazioni su importanti quotidiani giuridici on line, tra cui Studio Cataldi e Mia Consulenza; nel 2018 ha pubblicato il libro "Diritto delle armi, 20 sentenze utili".

La sua Missione era e continua ad essere con lo studio da lui fondato: "aiutare a risolvere problemi giuridici".

Riteneva che il più grande capitale fosse la risorsa umana e che il più grande investimento, la conoscenza. Ha avuto l'opportunità di servire persone in tutta Italia.

I tratti caratteristici della sua azione erano: tattica, esperienza, perseveranza. coraggio, orientamento verso l'obiettivo.

Tutto questo resta, lo studio da lui fondato continua l’attività con gli avvocati e i collaboratori con i quali ha sempre lavorato nel corso degli anni e ai quali ha trasmesso tutte le sue competenze.

 

 

Alessandro Mariani Avvocato

data di nascita: 08/04/1972

 

Principali mansioni e responsabilità: 
Avvocato
Consulenza legale e redazione atti giudiziari per il recupero del credito (Decreto Ingiuntivo e Costituzione nelle opposizioni);
Attività giudiziale e stragiudiziale con apertura di partita iva ed iscrizione alla casa forense;
Iscrizione nell’Albo degli Avvocati stabiliti di Latina dal 26/4/2012.

 

 

www.miaconsulenza.it

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