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Lunedì, 18 Settembre 2017 21:11

Stupro: che cos'è? Un approccio psicologico al triste fenomeno

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Il trauma

“In Italia una donna su tre nella propria vita è stata vittima di violenza da parte di un uomo o di un branco”.

L’esperienze di vittimizzazione sono esperienze traumatiche, senza se senza ma.

In questi ultimi giorni, dopo la vicenda della ragazza polacca si sta molto parlando di nuovo dello stupro, in particolar modo di quello di gruppo.

Gli autori di questi efferati crimini vivono l’atto commesso sulla loro vittima come un gioco; questo elemento è la parte più mostruosa. Ancor peggio il compiacimento che essi avvertono pubblicandolo sui social. 

 

Ma cos’è lo stupro?

E’ un atto che presuppone la cancellazione dell’identità dell’altro, un gesto a dir poco terrificante.

Una violenza devastante che lascia nella vittima una forte sofferenza emotiva; la vittima rivive constatemene la violenza subita, sente su di sé le mani dell’aggressore, il suo odore, rivive constatemene la paura vissuta per la propria vita.

Da quel momento chi subisce la violenza non si ritiene più invulnerabile, cosa che prima di quel momento pensava.

Il gesto criminale dello stupro di gruppo ha pienamente a che fare con la cancellazione dell’altro, che pertanto viene considerato un oggetto, tolto dal mondo delle cose che esistono.  

La componente lesiva

Il disturbo post traumatico che la vittima presenta si unisce a sintomi depressivi-attacchi di panico, disturbi del sonno, disturbi della sfera sessuale.

Molto spesso le vittime di stupro provocano colpa e vergogna per quello che hanno subito, ritengono di aver sbagliato in qualche modo: in questi casi è molto importante far sì che il senso di colpa e la vergogna non diventino un pensiero fisso.

Le vittime non si sentono più simili agli altri, venendo meno nei loro confronti l’empatia; la sensazione è di essere un corpo senza anima, mero oggetto di desiderio che qualcuno ha preso per sé attraverso il dominio e la prevaricazione.

La “ricostruzione” della persona

Ricostruire una persona totalmente distrutta è un lavoro molto complesso, che presuppone equipe ben formate fin dall’inizio del passaggio di pronto intervento e oltre.

Tutto il rumore mediatico che viene fatto non è mai di buon auspicio: certamente bisogna colpire il criminale o i criminali, senza dubbio, ma sempre tutelando le vittime.

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Letto 2878 volte Ultima modifica il Domenica, 05 Novembre 2017 18:13
Maria Bernabeo

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La Dott. Maria Bernabeo si è laureata in psicologia nel marzo 1979; è abilitata in psicoterapia Junghiana dal marzo 1990.

Dal 1979 al 1987 ha collaborato presso l’istituto Leonarda Vaccari in qualità di volontaria, seguendo bambini con disturbi psicofisici.

Dal 1987 al 1995 ha collaborato con qualifica di frequentatore scientifico presso la VI Clinica Psichiatrica dell’Università di Roma la Sapienza.

Dal 1995 ad oggi esercita presso il proprio studio: terapia individuale, di coppia, familiare, consulente Tecnico di parte presso il tribunale di Roma; inoltre è Mediatore Familiare.

Dal 1998 collabora con varie associazioni di genitori separati; attraverso questa collaborazione ha studiato ed approfondito alcune tematiche del diritto di famiglia: PAS (alienazione genitoriale) false denunce di violenza domestica e di abuso, denunce di stalking, mobbing genitoriale.

Presidente dal 2005 dell’Associazione Help Family, attraverso la quale promuove progetti nella scuola (prevenzione al bullismo, sportelli ascolto, tutela dei rapporti minore–genitore).

Per contattare la Dottoressa Maria Bernabeo: 334 565 3199.

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