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Domenica, 13 Agosto 2017 11:17

Asfissia intrapartum: come si risarcisce?

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Un caso dove si arriva alla liquidazione di un ingente risarcimento e di una rendita a vita a partire dal 18° anno di età della persona danneggiata  

 

Il caso

In occasione di un parto cesareo, per la precisione di un secondo parto, una giovane donna viene ricoverata in clinica per partorire, ma il risultato dell’operazione non è affatto felice.

Purtroppo, per tutta una serie di negligenze mediche consistite in condotte non conformi al comune protocollo sanitario adottato per questi casi, il bambino vede la luce in condizioni di salute definitivamente compromesse.

 

 

Che cosa hanno fatto i medici

Dall’esame del fascicolo di causa, pare che i sanitari si siano resi responsabili di condotte poco professionali.

In pratica, la cartella clinica di ingresso non riporta i consueti controlli che si fanno in occasione del parto, ossia tre tracciati e tre visite di controllo nel periodo compreso tra il ricovero e il parto: quello che risulta è solo una diagnosi di asfissia senza descrizione del liquido amniotico, della placenta, del funicolo, delle membrane e così via.

E’ quindi mancato il corretto monitoraggio.

In effetti, un periodico monitoraggio avrebbe permesso di sospettare l’insorgenza del grave problema del nascituro, ossia l’evidenza dell’insulto ipossico/ischemico perinatale: in questo modo si poteva effettuare la tempestiva esecuzione dell’intervento di taglio cesareo.

 

 

Il nesso causale tra condotte mediche ed evento dannoso

La condanna della Asl

In buona sostanza, la condanna della Asl è basata su tre fondamentali elementi:

  • non aver prestato la corretta vigilanza,
  • non aver effettuato il monitoraggio della paziente,
  • non aver eseguito tempestivamente il taglio cesareo nelle condizioni di insorta sofferenza.

 

 

Il risarcimento

E’ stato ingente, come è giusto che sia un caso particolare come questo.

Il Giudice, di fronte ad un’invalidità permanente del 100%, assegna 1,5 mln applicando le Tabelle milanesi ultime. Inoltre liquida euro 400mila per interessi.

Poi si preoccupa di liquidare il danno patrimoniale futuro da perdita totale della capacità lavorativa e procede in questo modo: agganciandosi all’art. 2057 del codice civile, stima in euro 1344 mensili la rendita dovuta -a partire dal 18° anno di età del minore- a ciascun genitore, aggiornata annualmente con indice FOI.

Altresì, accorda loro il risarcimento del danno alla vita di relazione con euro 300 mila, ritenendo la loro sofferenza del tutto simile a quella del minore.

   

 

In pratica

La salute di ogni individuo è sacra e protetta da norme di rango comunitario e costituzionale; il medico è chiamato alla vigilanza sulle condizioni di salute delle persone e al miglioramento delle stesse laddove si presentino casi problematici.

La struttura ospedaliera risponde di questi danni; a tal proposito, trovandosi in una situazione dove si sospetta o si ha la certezza che la condotta dei sanitari non sia stata proprio conforme al modello legale previsto, nominare un difensore per l’avvio della fase del tentativo di conciliazione e successivo eventuale invio dell’atto di costituzione in mora, seguito se occorre dalla fase processuale vera e propria.

 

 

Altre informazioni su questo argomento?

Contatta la Redazione oppure l’avv. Francesco Pandolfi

3286090590

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Letto 3221 volte Ultima modifica il Domenica, 05 Novembre 2017 19:02
Francesco Pandolfi e Alessandro Mariani

Francesco Pandolfi

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Francesco Pandolfi AVVOCATO

Lo studio Pandolfi Mariani è stato fondato dall’avvocato Francesco Pandolfi.

Egli inizia la sua attività nel 1995; il 24.06.2010 acquisisce il patrocinio in Corte di Cassazione e Magistrature Superiori. Si è occupato prevalentemente di diritto amministrativo, diritto militare, diritto delle armi, responsabilità medica, diritto delle assicurazioni.

E' autore di numerose pubblicazioni su importanti quotidiani giuridici on line, tra cui Studio Cataldi e Mia Consulenza; nel 2018 ha pubblicato il libro "Diritto delle armi, 20 sentenze utili".

La sua Missione era e continua ad essere con lo studio da lui fondato: "aiutare a risolvere problemi giuridici".

Riteneva che il più grande capitale fosse la risorsa umana e che il più grande investimento, la conoscenza. Ha avuto l'opportunità di servire persone in tutta Italia.

I tratti caratteristici della sua azione erano: tattica, esperienza, perseveranza. coraggio, orientamento verso l'obiettivo.

Tutto questo resta, lo studio da lui fondato continua l’attività con gli avvocati e i collaboratori con i quali ha sempre lavorato nel corso degli anni e ai quali ha trasmesso tutte le sue competenze.

 

 

Alessandro Mariani Avvocato

data di nascita: 08/04/1972

 

Principali mansioni e responsabilità: 
Avvocato
Consulenza legale e redazione atti giudiziari per il recupero del credito (Decreto Ingiuntivo e Costituzione nelle opposizioni);
Attività giudiziale e stragiudiziale con apertura di partita iva ed iscrizione alla casa forense;
Iscrizione nell’Albo degli Avvocati stabiliti di Latina dal 26/4/2012.

 

 

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