Cose da sapere e da fare se viene revocata la licenza di porto di fucile ad uso tiro a volo per (ritenuta) sopravvenuta mancanza dei requisiti psicofisici e, poi, la Prefettura rigetta incautamente il ricorso gerarchico contro questo provvedimento.
Indice
L’udienza in camera di consiglio
Il nuovo decreto della Questura
Come chiedere assistenza allo studio legale
La cosa da sapere è che esiste un rimedio giuridico a questa situazione: il ricorso al Tar.
La cosa da fare è notificare, appunto, il ricorso e poi depositarlo chiedendo, insieme alla domanda di merito l’udienza per la domanda cautelare, la cosiddetta sospensiva (ovviamente se vi sono i presupposti per presentare questa specifica domanda).
Poniamo infatti il caso che la Prefettura abbia preso sotto gamba il ricorso gerarchico della persona interessata (vedi anche: armi idoneita' uso venatorio sportivo), la quale magari, dal canto suo, si era presa cura di spiegare accuratamente –e soprattutto documentare- che non esiste in realtà alcuna mancanza sopravvenuta dei requisiti psicofisici.
Ecco, in un caso del genere torna senz’altro utile il ricorso al Tar: questo è il modo per portare la questione all’attenzione di un Collegio giudicante esterno ed imparziale e reclamare giustizia sul caso.
L’udienza in camera di consiglio
In sede di udienza in camera di consiglio, che di solito viene fissata in un breve lasso di tempo dal momento del deposito telematico del ricorso, il Tar potrà rilevare che, per esempio, esiste la documentazione sanitaria della Asl dove, al contrario di quanto aveva detto l’amministrazione, l’interessato risulta in possesso dei requisiti minimi previsti per esercitare le attività connesse al rilascio del porto d’armi in modo non compromettente per la sicurezza propria, magari dichiarandolo pure idoneo al porto d’armi per uso venatorio/sportivo con controllo requisiti psico-fisici dopo un paio di anni (vedi anche: armi uso sportivo).
Il percorso è senza dubbio quello indicato, anzi si tratta di una concreta circostanza presentata poche settimane fa avanti il Tar Toscana e provvisoriamente giunta ad un’Ordinanza (n. 85/2020 pubblicata l’11.02.2020) con cui viene revocato il precedente provvedimento di revoca della licenza di cui parliamo.
In occasione di questo specifico provvedimento, in attesa della sentenza nel merito, il Tar ha avuto modo di precisare che il ricorso gerarchico rappresenta una prosecuzione del procedimento amministrativo sostanziale e che, in quella sede, l’Amministrazione deve valutare nel merito l’accertamento sanitario, al fine di stabilire se adeguarsi ad esso o disattenderlo per ragioni medico legali.
Nel caso la domanda cautelare è stata accolta ai fini del riesame della pratica amministrativa, alla luce dei rilievi della Asl.
Il nuovo decreto della Questura
La posizione della persona interessata, per effetto diretto dell’ordinanza Tar viene riesaminata e il Questore, a fronte della decisione del Prefetto di annullare il proprio provvedimento di respingimento del ricorso gerarchico, emette il proprio ulteriore decreto con cui revoca il precedente provvedimento di revoca della licenza (vedi anche: revoca licenza come rimediare).
Come chiedere assistenza legale
Avere il supporto legale è semplice:
chiamare l’Avv. Francesco Pandolfi 3286090590
oppure scrivere una mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. (vedi anche: avvocato come scegliere).