La domanda
La Questura mi ha negato il rinnovo del porto d’armi per uso caccia, perché all’inizio c’era una conflittualità con i miei confinanti. Questi bisticci sono sfociati in querele, esposti e segnalazione all’Autorità Giudiziaria per i reati di uccisione di animali aggravata ed esercizio arbitrario delle ragioni con violenza sulle cose, lesioni personali, violenza privata e ingiurie. Poi il Prefetto mi ha mandato il divieto di detenzione delle armi. Però devo dirle che le querele sono state ritirate e sono uscito assolto da altri procedimenti: quindi perché io devo subire questo divieto? E’ giusto così o posso fare qualcosa? Grazie avvocato.
La risposta
Non mi sembra giusto e ritengo che lei possa effettivamente agire.
Dunque: la Questura in realtà dovrebbe svolgere una sua approfondita istruttoria se la situazione è quella da lei descritta, cioè se sono state rimesse le querele ed ha avuto anche assoluzioni per altri procedimenti.
Nel provvedimento l’amministrazione dovrebbe motivare attentamente il suo diniego e fare riferimenti specifici al caso concreto: per esempio non potrebbe limitarsi a scrivere semplici frasi di stile uguali in tutti i casi analoghi per sorreggere il suo no.
La stessa cosa vale per la Prefettura.
Pertanto, nel caso tutto questo non dovesse verificarsi lei potrebbe presentare un ricorso al tribunale amministrativo per chiedere l’annullamento dei due provvedimenti, in quanto carenti nell’istruttoria.
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