Come farsi dimenticare dai motori di ricerca?
Si, stiamo parlando del diritto all’oblio, ossia di quel particolare diritto della persona e non vedere più indicizzato il proprio nome sul motore di ricerca, magari dopo che sono passati alcuni anni da quando è stato interessato, per esempio, da una vicenda penale o ha dovuto faticosamente reinserirsi nel tessuto sociale dopo aver scontato il carcere.
Ma gli esempi potrebbero essere tanti.
Quale regola si applica?
Il criterio generale che riguarda questa particolare e controversa materia è il principio di certezza del diritto.
Questo principio vuole che si individuino criteri precisi adattabili ad ogni singolo caso, con il solo scopo di chiarire i confini dell’attualità della notizia on line.
Quando la notizia è ancora attuale?
La domanda che ci si pone è la seguente: come si fa a capire quanto tempo deve passare (o è giusto che passi) prima che scatti il diritto a vedere cancellate le informazioni personali da internet, oppure ad ottenere la deindicizzazione dal motore di ricerca?
La risposta non è semplice e non è affatto scontata o predeterminata.
Possiamo solo dire che, probabilmente, 4 anni sono un tempo ragionevole per far scattare questo diritto: del resto è quanto ci dicono alcuni tribunali nel 2018.
Sembra infatti che, stando ad alcune sentenze, 4 anni sia un lasso di tempo equo, dopo il quale l’utente può chiedere che la notizia venga accantonata nell’archivio informatico della testata giornalistica e, dunque, non sia più reperibile con citazioni del nome e cognome sui motori di ricerca.
Non sembra giusto, infatti, che una persona debba continuare in eterno, o per un lungo lasso di tempo, a subire le ripercussioni di una notizia poco piacevole che lo ha riguardato.
Esistono altri diritti da tutelare?
La risposta a questa domanda è: si.
Nell’Ordinamento giuridico moderno proteggere i dati personali è fondamentale, tuttavia di eguale importanza è il diritto all’informazione e alla trasparenza, tanto che in dottrina e nelle stesse sentenze si parla di un necessario bilanciamento tra i due.
Il diritto all’oblio
Sono anni che si studiano le soluzioni applicative più opportune sul diritto all’oblio. La materia è complicata.
Oggi come oggi, il GDPR ha previsto la possibilità dell’utente di ottenere la cancellazione dal titolare del trattamento, quando i dati non sono più necessari.
Qual è la responsabilità del motore di ricerca?
Chi gestisce il motore di ricerca deve fare in modo che la pubblicazione di dati personali sia sempre lecita.
Questo è il criterio guida.
Pertanto: se in un primo momento l’utilizzo di questi dati era stato lecito, nel momento in cui tale impiego diventa non più necessario /utile, allora si deve provvedere alla loro eliminazione.
Tecnicamente il motore di ricerca ha la possibilità di agire direttamente sul software e ricalibrare il grado di visibilità della specifica notizia.
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Contatta l’Avv. Francesco Pandolfi
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