Incidente di caccia e prevenzione
30.09.2018 La cronaca ci segnala un incidente di caccia mortale nei boschi di Apricale, nell’entroterra tra Sanremo e Bordighera: un giovane diciannovenne, Nathan Labolani, è stato colpito all’addome da una fucilata esplosa da un cinghialista ed ha perso la vita. I Carabinieri indagano. Il cordoglio va alla famiglia del giovane escursionista.
Incidente di caccia e prevenzione: diverse correnti di pensiero
La perdita di una vita umana è certamente un fatto grave che non può e non deve passare inosservato: occorre accertare le responsabilità portando a processo il (o i) responsabili del fatto.
Su questo non si discute.
Discorso diverso è quello della critica a senso unico, demolitiva e non costruttiva sulla ragione stessa della caccia in Italia.
Lo sappiamo: i movimenti anti-caccia sono in fibrillazione e si scagliano pubblicamente contro di essa.
Dicono che per il nostro Paese la caccia è inutile; qualcuno vuole confinarla o eliminarla del tutto, con un’apposita manovra legislativa che modifichi l’attuale impianto.
In politica assistiamo ormai tutti i giorni a proteste di questo tipo da parte di alcune aree: le parole dell’On. Brambilla penso siano note a tutti.
Ma sappiamo tutti che la caccia è soggetta ad una precisa regolamentazione per Legge ed è, per questo, un’attività del tutto lecita.
Illecito appare, invece, il grave sinistro, ragion per cui il responsabile affronterà un processo per l’ipotesi di omicidio colposo e sarà chiamato al risarcimento.
Tornando alle circostanze nelle quali, in occasione dell’esercizio della caccia, si verifica purtroppo un sinistro mortale, c’è sicuramente da restare pietrificati per lo sgomento e il dolore: è evidente che nessuno mai vorrebbe trovarsi in una situazione del genere e chi ci si trova (da responsabile) è in una posizione dolorosa e scomoda.
Incidente di caccia e prevenzione: la frequenza dei sinistri
I dati in possesso dello studio ci dicono che questi incidenti accadono e anche con una certa frequenza.
Ad esempio, fonti autorevoli riportano più di cento di sinistri gravi per la stagione venatoria 2017/18 in Italia (vittime per armi da caccia).
Avevo avuto modo di segnalare questi dati già in occasione di una precedente pubblicazione.
Incidente di caccia e incremento della prevenzione sui sinistri
Su questo punto non verrà detto mai abbastanza.
Occorre puntare decisamente sulla prevenzione, anticipando l’eventuale conseguenza letale di un sinistro come quello capitato oggi a danno del giovane Nathan: formazione, addestramento, controlli, sono solo alcune delle leve possibili da impiegare per fare realmente prevenzione.
Questo al di là dei facili proclami politico-giornalistici anticaccia che, puntualmente, affiorano in un momento, come quello doloroso che tocca la famiglia di questa giovane vittima, che richiederebbe invece silenzio e rispetto.
Avv. Francesco Pandolfi