La Questura non può considerare le condanne penali come se fossero per sempre.
Il Questore rigetta la tua istanza con cui chiedi la licenza di porto di fucile per uso tiro a volo.
Dice che, a tuo carico, c’è un vecchio precedente penale.
Si tratterebbe, in particolare, di una condanna per reati di ricettazione e violazione delle norme sull’uso delle carte di credito, di pagamento e documenti che abilitano al prelievo di denaro contante.
Di fronte a questa accusa ti difendi con un ricorso, dimostrando che si tratta di un reato veramente molto vecchio e di poco conto.
Inoltre, nei decenni successivi ti sei sempre comportato in modo esemplare.
Il tribunale ti dà ragione e, nel farlo, mentre da una parte sottolinea la discrezionalità che in ogni caso è nelle mani del Ministero dell’Interno, dall’altra nota che nel tuo caso manca proprio l’istruttoria nel fascicolo, oltre che una valida motivazione.
In pratica: viene accertato che tutto quello che ha detto la Questura su quella remota ipotesi di reato non è oggi attendibile, in quanto si tratta di reati che riguardano vicende non legate all’uso di armi, in ogni caso risalenti a decenni fa.
Oggi, anzi ormai da molti anni, sei un’altra persona, dedita alla famiglia e al lavoro: una persona seria e dalla condotta ineccepibile.
E di questo l’amministrazione non ha tenuto conto.
Ecco allora che il vecchio precedente penale oggi non ti crea alcun problema per la licenza che stai chiedendo.
Per questo i magistrati annullano il provvedimento del Questore e tu vinci la causa [1].
[1] Tar per il Piemonte Sezione Seconda, sentenza n. 836 dell’01.09.2021.
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