L'AVVOCATO RISPONDE
LA DOMANDA
Sono un Sottufficiale a cui è capitato di essere denunciato per truffa e falso.
Fortunatamente, ma anche perchè ero innocente davvero, sono stato assolto in primo grado con sentenza passata in giudicato (in quanto non è stato nemmeno presentato appello dal PM che anzi, nella propria discussione, è stato il primo a chiedere l'assoluzione), con le formule di "perchè il fatto non sussiste" e "per non aver commesso il reato".
Anche la mia posizione disciplinare, naturalmente vagliata dalla mia amministrazione militare a conclusione della vicenda, ha portato a "nessuna erogazione sanzionatoria di alcun tipo" verso la mia persona o il mio grado.
Ora:
poichè a denunciarmi sono stati alcuni militari e siccome la sentenza indica chiaramente come la loro condotta verso di me è stata "complottistica" e finalizzata a sottrarsi alla mia azione di comando, non avendo io l'intenzione di procedere penalmente per non sobbarcarmi nuova lunga e penosa vicenda procedurale, mi chiedevo e rivolgo a Lei tale quesito e, cioè, se alla luce della condotta di quei militari miei accusatori, la mia amministrazione non possa e/o debba iniziare autonomamente un procedimento disciplinare verso di loro, NON per aver esercitato il loro legittimo diritto di denuncia, laddove presentata con "buona fede" verso una mia condotta apparsa illegale ai loro occhi, ma per il fatto di essersi accordati palesemente contro me in "mala fede" così come ben riportato dal Giudice in sentenza!Che ne pensa?
Ho il diritto o no di vedere quantomeno sanzionati disciplinarmente i miei accusatori, senza doverli denunciare per forza, ma alla sola luce della mia sentenza che evidenzia benissimo quanto prevenuti e cattivi siano stati verso di me?
LA RISPOSTA
Buongiorno: se dal testo della sentenza si evince un comportamento non compatibile con le norme/regolamenti militari, l'amministrazione può valutare i fatti sotto il profilo disciplinare.
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