Contestazione disciplinare dipendente pubblico
Ormai capita con una certa frequenza di ricevere richieste di assistenza legale su casi di contestazione disciplinare avviata dal dirigente di un ente pubblico nei confronti del dipendente con contratto a tempo indeterminato.
Le contestazioni disciplinari che vedo sono le più diverse, ultimamente però ho notato un aumento di quelle mirate sulle dichiarazioni sostitutive di certificazioni ai sensi degli artt. 46, 47, 48 D.P.R. n. 445/00.
Le ricerche sulle sentenze relative a casi di questo tipo sono quindi aumentate di parecchio.
Indice
Contestazione disciplinare: la lettera riservata
Contestazione disciplinare: i controlli
Contestazione disciplinare: la convocazione
Contestazione disciplinare: un consiglio
Contestazione disciplinare: la lettera riservata
Passiamo subito al pratico per fornire qualche breve indicazione su che cos'è la convocazione e in che cosa consiste questa prima fase del procedimento disciplinare.
La prima occasione del dipendente per poter spiegare l'accaduto e, dunque, offrire al datore di lavoro un chiarimento difensivo proviene dalla famosa "lettera di convocazione".
Si tratta di un atto formale che il dipendente riceve dal dipartimento preposto dove si premette l'antefatto, cioè viene spiegato in sintesi il motivo per il quale si riceve questa lettera riservata e, poi, viene illustrato sempre in modo succinto il procedimento che seguirà per arrivare alla convocazione vera e propria.
Contestazione disciplinare: i controlli
Poniamo il caso che il motivo scatenante della contestazione di cui parliamo sia stato proprio quello relativo al contenuto (presumibilmente non rispondente a vero) della dichiarazione sostitutiva di certificazione ex art. 46, 47, 48 DPR n. 445.
In pratica, tra i vari casi possibili, potrebbe essersi verificato che il dipendente, in occasione della firma del contratto di lavoro e di rilascio di tali dichiarazioni, abbia annotato dati non corrispondenti ad una situazione reale.
Ebbene, di fronte ad una vicenda di questo tipo, tale dichiarazione sicuramente non passerà inosservata al dirigente preposto ai controlli, dal momento che gli uffici competenti dell'ente datoriale sono proprio preposti a queste verifiche.
Contestazione disciplinare: la convocazione
Fatte le opportune premesse, l'ufficio titolare del procedimento disciplinare ormai avviato ha l'onere di convocare il dipendente per dargli modi di rappresentare le proprie difese, sin da questa primissima fase del predetto procedimento.
La fase è particolarmente importante e questo lo si intuisce dal fatto che, per il dipendente sotto contestazione, è il primo vero momento dove può spiegare le proprie ragioni.
Può farlo sfruttando, ad esempio, l'assistenza di un rappresentante sindacale o di un procuratore nominato allo scopo.
Può predisporre una memoria difensiva e, inoltre, può anche chiedere un differimento della convocazione per una sola volta, con proroga del termine per la conclusione del procedimento.
Contestazione disciplinare: un consiglio
Da queste sintetiche indicazioni si può desumere che, per il dipendente, trovarsi a gestire un procedimento disciplinare tante volte può essere frustrante, visto che si tratta di un incidente di percorso rispetto al rapporto di lavoro in essere tra lui e la parte datoriale.
Per questo il consiglio è di seguire con cura la pratica, inoltre di farsi assistere tecnicamente (rappresentante sindacale o avvocato), per avere almeno la garanzia che nulla verrà trascurato nelle fasi difensive obbligatoriamente stabilite per questo particolare e delicato procedimento.
Lo studio si occupa di gestire questi casi.
Se hai bisogno di assistenza, chiama il 3286090590.
Avv. Francesco Pandolfi
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