Quali sono le regole da rispettare per presentare una domanda di risarcimento danni all’interno di un ricorso per l’annullamento di una revoca della licenza di porto di fucile uso caccia e di un divieto di detenzione armi, con contestuale ordine di cessione delle stesse.
Indice
Risarcimento danni esistenziali
Iniziamo con il dire che non sempre l’amministrazione degli interni può mettere in dubbio l’affidabilità e/o la buona condotta del titolare della licenza di armi (vedi anche: divieto detenzione armi valutazione severa).
Questo in quanto bisogna capire il perché sorgano tali dubbi in seno all’autorità.
Per esempio: un procedimento penale per reati non attinenti all’uso delle armi, come può essere la truffa o le false attestazioni, non produce effetti diretti o indiretti sui parametri dell’affidabilità e buona condotta (vedi anche: pericolo abuso armi).
Un eventuale ricorso amministrativo in questa materia e per queste motivazioni verrebbe accolto, per la ragione che l’amministrazione non avrebbe evidenziato nei provvedimenti impugnati come la posizione di imputato assunta dal ricorrente, e la condotta penalmente rilevante ascrittagli nel relativo processo potrebbero essere sintomatici della perdita di affidabilità nell’uso delle armi, oppure manifestare una assenza di buona condotta rilevate nell’ambito oggetto di valutazione e tutela (vedi anche divieto detenzione prefettura incoerente).
Una conclusione questa che non confligge di certo con l’ampia discrezionalità valutativa delle condotte dei privati, di cui le autorità di p.s. sono titolari ai fini del rilascio e/o del ritiro della licenza di porto d’armi, nonché ai fini della inibizione alla detenzione delle armi e munizioni.
In generale, bisogna ricordare che ai sensi degli artt. 11 e 43 del TULPS la revoca delle autorizzazioni di polizia, tra cui il porto d’armi, può essere discrezionalmente disposta (oltre che in presenza di condanne per alcuni reati) quando venga meno la buona condotta o sussista un rischio di abuso delle armi; analogamente, ai sensi dell’art. 39 TULPS, il Prefetto ha facoltà di vietare la detenzione di armi e munizioni allorquando ritenga sussistente un pericolo di abuso.
E’ chiaro, però, che in tutte queste ipotesi occorre una motivazione esplicita delle ragioni per le quali la condotta tenuta dal privato può concretizzare un rischio per il bene/interesse che l’amministrazione è deputata a tutelare.
Risarcimento danni esistenziali
Detto questo, passiamo ora al discorso sul risarcimento danni.
L’opinione diffusa vuole che questo tipo di domande non si possa innestare tanto facilmente all’interno del ricorso per annullamento del provvedimento di diniego.
Però, se andiamo a vedere, la norma non esclude la possibilità per il privato di inserire all’interno del ricorso una domanda risarcitoria.
Certo: scrivere tanto per scrivere lascia il tempo che trova e, questa regola generale di buon senso vale ovviamente anche per tutte le domande risarcitorie.
La cosa importante ed utile è, invece, scrivere la domanda di risarcimento se si sa che questa ha un suo preciso fondamento probatorio.
Ciò che bisogna tenere presente è dunque che, per formulare una domanda che poi abbia concrete possibilità di accoglimento, occorre rispettare determinate e rigide regole procedurali.
Vediamole insieme.
Ipotizziamo una domanda di risarcimento danni avanzata col ricorso introduttivo, diciamo per mancato esercizio dell’attività ricreativa (caccia) nell’arco di diversi anni.
Ebbene, per dare un vero sostegno ad una domanda del genere, bisogna tenere a mente che per il risarcimento del danno esistenziale è necessario che il danneggiato fornisca le seguenti prove:
dimostrare l'evento, cioè la lesione del diritto costituzionalmente primario che superi la soglia della tollerabilità;
dimostrare le ripercussioni pregiudizievoli, oggettivamente accertabili, a carico del soggetto passivo;
dimostrare l’alterazione delle proprie abitudini e dei propri assetti relazionali, oltre al dover sottostare a scelte di vita pregiudizievoli in ordine all'espressione e alla realizzazione della personalità anche nel mondo esterno.
La conclusione sul discorso risarcitorio è, in definitiva, la seguente: la domanda di risarcimento del danno esistenziale non è vietata in quanto tale, ma è solo richiesto che essa, per essere favorevolmente apprezzata, rispetti i criteri di prova sopra indicati.
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