Il caso
In occasione di un incidente stradale, uno dei due protagonisti dello sciagurato evento perde la vita a causa di gravissime lesioni riportate (Trib. Pavia, sez. 3 civile, sentenza n. 11 del 26 gennaio 2017).
La famiglia del deceduto, composta da fratelli e sorelle, cade in un dolore profondo e viene avvolta da un senso di smarrimento; inutile dire che il passare del tempo non allevia affatto questo peso, semmai lo intensifica.
Che cos’è il danno parentale
Secondo le più comuni nozioni, questo particolare danno spiega la perdita del rapporto tra parenti proveniente dal sinistro dove il congiunto ha perso la vita; molti lo definiscono un danno – conseguenza e ritengono che vada opportunamente dimostrato in causa, anche se si può arrivare a provarlo con presunzioni semplici.
Si tratta di un danno non patrimoniale che espande i suoi effetti oltre il dolore per la morte di una persona cara, arrivando a toccare l’essenza stessa del rapporto tra parenti, fondato a sua volta su un inscindibile e profondo affetto.
Che cosa provoca
Si tratta di un danno devastante. Esso provoca:
- un senso di vuoto,
- l’impossibilità di godere della presenza del congiunto,
- la distruzione di una relazione,
- l’annullamento improvviso dell’affettività con l’altro,
- la scomparsa della quotidianità dei rapporti familiari,
- l’eliminazione della condivisione negli affetti.
In pratica
Così come la salute di ogni individuo è sacra ed è protetta da numerose norme, a vari livelli, anche il rapporto affettivo tra parenti rientra in questa ampia protezione voluta dalla Legge.
In occasione della causa intentata per chiedere il risarcimento di questo specifico danno, avere cura di allegare e provare il pregiudizio lamentato.
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