Le regole stabilite dalla Cassazione per chiedere ed avere il risarcimento dei danni morali subiti dai prossimi congiunti di chi è rimasto coinvolto in un incidente stradale grave.
Il risarcimento del danno non patrimoniale può spettare anche ai prossimi congiunti della vittima di lesioni personali invalidanti [1].
Pensiamo all’incidente stradale grave, dove un conducente rimane gravemente ferito a seguito dello scontro: ecco, in casi come questo i giudici ammettono che anche i familiari della persona infortunata possano chiedere e ricevere un risarcimento economico.
La prova del danno non patrimoniale, cioè la sofferenza che si patisce a causa del sinistro, può essere ricavata anche soltanto dalla gravità delle lesioni.
Ovviamente l'esistenza del danno non patrimoniale deve essere allegata nell'eventuale citazione in giudizio e il danno non patrimoniale può essere dimostrato con ricorso alla prova presuntiva.
Insomma, ciò che importa secondo la Cassazione è che il familiare di una persona lesa dall'altrui condotta illecita può subire uno stato di sofferenza soggettiva e un mutamento in peggio delle abitudini di vita.
Entrambi questi pregiudizi possono e debbono essere risarciti dal responsabile, laddove si parli ovviamente di un danno serio e di gravi lesioni.
Non importa che l'invalidità del congiunto infortunato non sia totale, o il fatto che l'assistenza possa essere stata ripartita fra più familiari: questi sono elementi rilevanti al solo fine della quantificazione del danno.
[1] Corte di Cassazione, Sezione 3 Civile, sentenza n. 28220 del 04.11.2019.
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