Cosa puoi fare quando la Prefettura emette un provvedimento di divieto detenzione armi, munizioni e materiale esplodente nei tuoi confronti che ti sembra ingiusto?
Tempo fa hai avuto qualche episodio spiacevole, al quale inizialmente non hai dato tanto peso perchè, li per li, non lo hai messo in relazione alle armi nella tua disponibilità.
E' successo però che, a un certo punto, la Prefettura ti ha notificato un provvedimento di divieto detenzione armi e, improvvisamente, quel ricordo spiacevole si è risvegliato.
Si perchè il severo provvedimento del Prefetto parla di situazioni che, all'epoca, hanno comportato per te riflessi in campo penale.
Una denuncia per minacce presentata da un tuo parente prossimo, una notizia di reato per esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose, ingiuria: sono queste le vecchie situazioni che, all'epoca, hanno lasciato una traccia nella tua storia personale e che, oggi, si riaffacciano perchè l'Organo amministrativo te le ripresenta sotto forma di divieto.
Dal momento però che quelle vecchie storie penali sono state, in vario modo, definite, ti stai chiedendo cosa è meglio fare per chiedere l'annullamento del divieto amministrativo.
La risposta è una: hai la possibilità di difenderti presentando un ricorso motivato.
Ovviamente sei consapevole che ingaggiare una lite giudiziaria comporta un'incertezza di fondo nel risultato finale, nel senso che puoi vincere o perdere la causa; però sai anche di disporre di argomenti più che persuasivi per sostenere la tua tesi e, cosa di non poco conto, di alcune pronunce favorevoli che sono state rese dai giudici in casi analoghi al tuo (come, per esempio, la sentenza del Tar Roma Sezione 1-ter n. 8154 del 5 dicembre 2018).
Per questo, guidato dal tuo difensore, dopo un accurato studio del caso decidi di portare il fascicolo in tribunale.
Indice
Il perchè dell'accoglimento del ricorso
Il divieto detenzione armi
Dunque, la Prefettura ti notifica il provvedimento di divieto detenzione armi.
Alla base del divieto trovi una denuncia per minacce presentata dalla tua figlia adottiva, un esercizio arbitrario delle ragioni con violenza sulle cose ed ingiuria: si tratta di vecchie e fastidiose storie che hanno segnato la tua storia personale degli anni passati e che, oggi, ti ritrovi davanti perchè l'Autorità amministrativa le ripresenta con il divieto.
I motivi del ricorso
Come abbiamo anticipato, puoi reagire al D.D.A. presentando un ricorso motivato.
Nell'intento di spiegare le tue ragioni, puoi dire che il divieto è stato emesso solo perchè risulti indagato a seguito di una denuncia della tua figlia adottiva per "motivi familiari" e, inoltre, a seguito di due remote questioni risalenti a più di 10 anni prima, ormai definite con sentenza assolutoria.
Nell'imbastire il ricorso, il tuo difensore può far leva sui casi simili al tuo, già trattati e favorevolmente risolti come quello, seguendo l'esempio fatto prima, deciso con la sentenza del dicembre 2018 dal Tar romano.
Il perchè dell'accoglimento del ricorso
Il risultato pratico che ti puoi aspettare per una causa di questo tipo è il seguente: una premessa generale sulla normativa di riferimento e, poi, la soluzione del tuo specifico caso.
Allora vedi che il Tribunale inizia il suo ragionamento premettendo che, in materia di autorizzazioni di polizia inerenti il porto e l'uso delle armi, l'Autorità di pubblica sicurezza dispone di una vasta discrezionalità nel valutare se meriti il titolo che chiedi.
Questo perchè i titoli abilitativi di cui parliamo possono chiaramente avere ricadute sulla protezione di primari beni giuridici, quali l'ordine e la sicurezza pubblica.
E questa è la premessa.
Poi il Tar passa al ragionamento e alla conclusione.
Ti è stato imposto il divieto sulla base di circostanze non adeguatamente valutate dall'Autorità: il semplice deferimento alla Procura per il reato di minacce è partito per una denuncia che è stata ritirata; per gli altri procedimenti penali, uno è finito con un non doversi procedere per intervenuta remissione della querela e l'altro con una sentenza di assoluzione perchè il fatto non sussiste.
Questo significa che la valutazione della Prefettura in ordine alla carenza dei requisiti richiesti per la detenzione di armi è affetta da un vizio di illegittimità sotto il profilo dell'eccesso di potere, a causa di un'istruttoria erronea e difettosa.
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