Respingimento della domanda di rinnovo della licenza per il porto della pistola per difesa personale. Argomenti difensivi da inserire nel ricorso al Tar.
Sei titolare da decenni della licenza di porto di pistola per difesa personale, sempre rinnovata con dichiarazioni e documentazione integrative; hai sempre spiegato all’Autorità le circostanze che, a tuo parere, comportavano un rischio per la tua incolumità e quindi la necessità di portare con te un'arma a scopi difensivi.
Nell’ultima istanza hai esposto di essere contitolare di una storica ditta e di trovarti spesso a dover trasportare, soprattutto a tarda notte materiali ed attrezzature di notevole valore, oltre che i proventi dell'attività lavorativa.
Inoltre hai messo in evidenza di essere presidente e tesoriere di un fondo di beneficienza, avente tra gli scopi statutari quello di fornire assistenza materiale nei confronti di soggetti bisognosi mediante elargizioni di denaro a fondo perduto e altre iniziative di sostegno economico e materiale.
Incarico questo che comporta il trasporto e la consegna di contributi, per lo più sotto forma di denaro contante, agli assistiti, anche in luoghi malsicuri.
Nonostante tutte queste spiegazioni, il Prefetto ha respinto la domanda evidenziando la carenza di elementi dai quali ricavare il rischio oggettivo per la tua incolumità: in pratica il Ministero non ha visto la tua dichiarata esigenza di circolare armato.
A questo punto decidi di presentare il ricorso al Tar per chiedere l’annullamento del decreto di rigetto del Prefetto.
Ti chiedi: quali sono gli argomenti difensivi da utilizzare nel ricorso?
Ebbene, intanto puoi far valere eventuali disparità di trattamento rispetto a terzi che, nelle medesime condizioni, hanno invece avuto il rinnovo.
Poi, ovviamente, fai leva sulla prova del tuo dimostrato bisogno dell’arma, ossia sul fatto che l’esigenza di difesa personale è attuale e dimostrata con quanto da te allegato.
Spiega nel ricorso che hai fondato la tua richiesta sui rischi specifici che corri a causa del trasporto di attrezzature di lavoro e dei proventi della tua azienda, potendoti pure trovare nottetempo a fronteggiare soggetti che pretendano di ottenere con la forza i tuoi servizi in aree non proprio tranquille.
Insisti sulle dichiarazioni bancarie che dimostrano i ripetuti tuoi versamenti in denaro [1].
Insisti sulla movimentazione di contante legata alle dazioni ai bisognosi.
Tutti questi elementi potranno aiutarti a gestire la causa e ad ottenere l’annullamento del diniego.
[1] Tar Firenze Sez. 2, sentenza n. 475 del 06.04.2021.
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Avv. Francesco Pandolfi
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