Giovedì, 18 Ottobre 2018 09:34

Cannabis: cosa dice la Legge

Scritto da

 

Viaggio nel mondo della Cannabis

Per quanto mode e tendenze siano mutevoli come la natura umana, ci sono alcuni argomenti privilegiati che sembrano essere sempre attuali, sempre capaci di far discutere e di dividere il pensiero dell’opinione pubblica.

Sicuramente le droghe leggere sono uno di questi argomenti. Dalla pericolosità per la salute di chi le usa, al rischio sociale che possono rappresentare, fino alle normative che ad esse sono collegate sui derivati della cannabis, teorie, tesi e opinioni si sprecano, e spesso, specie quando si entra nell’ambito legale, risultano poco veritiere o per niente accurate.

Proviamo a fare un po’ di chiarezza partendo dalle origini e dalla storia della responsabile di tutto questo chiacchiericcio: la pianta della cannabis.

 

Indice

Cannabis: storia e curiosità

Cannabis: la normativa italiana

Cannabis e "sballi legali"

Cannabis: lo spaccio

Cannabis: l'uso personale

Cannabis: uso personale o spaccio?

Cannabis: un primo consiglio

Cannabis legale e cannabis illegale

Cannabis legale

Cannabis illegale

Cannabis: un altro consiglio

 

Cannabis: storia e curiosità

La Cannabis è una pianta originaria dell’Asia unica al mondo per la sua particolarità di poter essere usata sia come droga, che come fibra e perciò fin dall’antichità è stata destinata ai più disparati scopi che spaziano dall’ambito medico, a quello religioso-spirituale, passando per quello ricreativo e pratico-utilitaristico.

Una delle prime attestazioni letterarie della cannabis la troviamo in un trattato di farmacologia cinese, risalente nientemeno che al 2737 a.C., nel quale viene descritto il suo uso medico.

Risalendo lungo la storia, scopriamo che è stata usata per la produzione di indumenti, di vele per le imbarcazioni, di contenitori, di corde e ancora della carta per scrivere. Due simpatiche curiosità possono esserci d’esempio: le vele delle navi di Cristoforo Colombo erano fatte di Canapa, così come la carta sulla quale è stata stampata la Bibbia di Gutenberg, il primo libro della storia.

L’uso ricreativo, derivato dalla vaporizzazione e inalazione della cannabis, è stato celebrato come fonte di ispirazione da poeti, scrittori, artisti e musicisti che, nella Parigi del 1800, arrivarono addirittura a istituire un club, il “Club des Hashischins”, vero e proprio luogo di raccolta dei maggiori intellettuali dell’epoca, dove si faceva uso comunitario di hashish e marijuana.

L’uso e lo sfruttamento della pianta di cannabis è stato quindi intensivo e completamente legale fino al Marijuana Tax Act del 1937 che negli Stati Uniti ne mise praticamente al bando la coltivazione.  Non si trattava di un vero e proprio divieto, ma di una tassazione talmente iniqua da rendere lo sfruttamento della pianta di cannabis economicamente improponibile. Negli anni successivi il Marijuana Tax Act si trasformò in pratica da tassazione in divieto, divieto che dagli USA si estese poi al resto del mondo.

Curioso e triste pensare che una simile legge è stata fortemente voluta dal direttore del FBN (Federal Bureau of Narcotics) americano, Harry J. Anslinger, un bigotto razzista le cui parole, usate per giustificarne e pubblicizzarne l’entrata in vigore, sarebbero ritenute vergognose anche da qualche odierno ministro degli interni Europeo.

Qualche estratto del discorso di Anslinger per capirci meglio:

“Negli Stati Uniti d’America ci sono 100mila fumatori di marijuana. La maggior parte di loro sono negri, ispanici, filippini e artisti. La loro musica satanica, il jazz, lo swing, sono il risultato dell’uso di marijuana. La marijuana provoca nelle donne bianche il desiderio di intrattenere rapporti sessuali con negri, artisti e altri. (…) la prima ragione per mettere la marijuana fuori legge è il suo effetto sulle razze degenerate. La marijuana è una droga che provoca assuefazione e produce negli utilizzatori insanità, criminalità e morte. La marijuana porta al lavaggio del cervello pacifista e comunista. Gli spinelli inducono i negri a pensare che sono come gli uomini bianchi”.

Dopo aver letto questo chi non sarebbe tentato di concordare con Bukowski quando dice che “L'erba rende semplicemente più sopportabile l'attuale società”.

 

Cannabis: la normativa italiana

L’Italia è il secondo Paese in Europa per consumo di Cannabis motivo in più per passare dalla storia, all’attualità e vedere quali sono le normative italiane sulla detenzione, la coltivazione e l’uso della cannabis.

 

Cannabis e “sballi legali”

Partiamo col dire che essere trovati in possesso di marijuana o di hashish a un controllo della polizia italiana non è mai una cosa positiva e comporta sempre delle ripercussioni legali, che variano in base alla destinazione d’uso delle sostanze stupefacenti rinvenute. Più semplicemente si è soggetti a pene diverse se la droga con la quale si è stati fermati viene considerata per uso personale, la cannetta fatta per “sballarsi” o rilassarsi per intenderci, o per lo spaccio.

 

Lo spaccio

La legge italiana (art. 73 d.P.R. 309/1990 c.d. Testo Unico in materia di Stupefacenti) sanziona come reato tutte le condotte di spaccio e detenzione a fini di spaccio, ritenendo tale qualsiasi attività di cessione e destinazione ad un’altra persona, anche a titolo gratuito di sostanze stupefacenti (si, proprio così, anche regalare una “canna” a un amico è considerato e sanzionato come spaccio di droga).

Qualora fosse accertato lo spaccio o la detenzione ai fini di spaccio di droghe leggere si incorrerebbe in una sanzione penale che prevede la reclusione da due a sei anni e una multa da € 5.164 a € 77.468.

 

L’uso personale

L’uso personale di sostanze stupefacenti è invece stato depenalizzato dalla legge italiana a seguito del referendum abrogativo del 1993 (d.P.R. 5 giugno 1993 n. 171).

Attenzione, questo non significa che sia legale, ma semplicemente che viene sanzionato come illecito amministrativo piuttosto che penale.

In pratica qualora fosse accertata la detenzione di sostanze stupefacenti per uso personale si incorrerebbe in una o più sanzioni amministrative (previste dall’art. 75 d.P.R. 309/1990):

  • Sospensione della patente di guida o divieto di conseguirla per un periodo fino a tre anni;
  • Sospensione della licenza di porto d’armi o divieto di conseguirla;
  • Sospensione del passaporto e di ogni altro documento assimilabile o divieto di conseguirli;
  • Sospensione del permesso di soggiorno per motivi di turismo o divieto di conseguirlo se è cittadino extracomunitario.

Chi viene sanzionato in questo modo non subisce quindi alcun procedimento penale e rimane incensurato, ma è importante aggiungere che tale segnalazione comparirà nella banca dati delle forze dell’ordine contenente i precedenti di polizia. Bisogna tenere presente che una volta inseriti in questa banca dati è possibile e altamente probabile che, ad esempio durante un semplice controllo della patente, si venga sottoposti a perquisizione del mezzo o personale da parte delle autorità.

 

Uso personale o spaccio?

Ma quando si può parlare di detenzione di sostanze stupefacenti e quando invece dobbiamo parlare di spaccio per la legge italiana?

Su questo punto non esiste nel nostro codice legale una definizione univoca. La valutazione viene quindi fatta dal giudice in base al caso specifico ed è determinata da una serie di criteri di natura indiziaria come ad esempio: la quantità, per la quale ci si rifà a delle specifiche tabelle ministeriali (http://appweb.regione.vda.it/dbweb/urp/urp.nsf/tutti/59CC16A119F48A43C12575DD004FEB8B/$File/Tabella%20limiti%20massimi%20di%20sostanza%20stupefacente%20detenibile.pdf?OpenElement); la qualità e la composizione della sostanza; il reddito del soggetto; la disponibilità di attrezzature per la pesatura o il confezionamento delle dosi, come bilancini o contenitori in serie; l’eventuale condizione di tossicodipendenza e via dicendo.

Inoltre si tenga presente che, come più volte ribadito dalla Corte di Cassazione, non è l’imputato o la difesa a dover dimostrare l’uso personale della droga detenuta, ma è l’accusa, secondo i principi generali, a dover dimostrare la detenzione della droga per uso diverso da quello personale e quindi ai fini di spaccio.

 

Un primo Consiglio

Inutile dire che evitare qualsiasi tipo di sostanza stupefacente ci mette al riparo da ogni problema, che sia esso legato all’ambito prettamente legale o a quello sociale. Essere intontiti a un primo appuntamento, troppo rilassati e quasi assenti a quell’importante colloquio di lavoro, perdere fin troppe inibizioni con il nostro migliore amico, o peggio con il ragazzo della nostra migliore amica, sono quelle tipologie di comportamenti che generalmente non ci fanno fare una bella figura all’interno del nostro contesto sociale...

Se proprio non riusciamo a fare a meno di uno spinello almeno cerchiamo di farlo nella maggiore intimità possibile, magari tra le mura domestiche, magari con qualcuno con cui valga la pena condividere anche qualche lato “imbarazzante” del nostro carattere.

 

Cannabis legale e cannabis illegale

Tra tutti gli argomenti di discussione riguardati le droghe leggere quello della legalizzazione è sicuramente il più ricorrente. Di recente in Italia c’è stato un avvicinamento della legislazione verso i sostenitori della liberalizzazione delle sostanze stupefacenti grazie alla legge n.242/2016.

Non si tratta però di una completa legalizzazione della cannabis, ma semplicemente del riconoscimento dell’uso legale di una sua specie particolare, la cannabis sativa L.

In pratica oggi giorno in Italia, dal punto di vista legale, esistono due tipologie di cannabis: quella legale e quella illegale.

Vediamo insieme di cosa si tratta.

 

Cannabis Legale

La cannabis legale viene comunemente definita “light” ed è caratterizzata da un tasso di THC (il principio attivo che produce l’effetto psicotropo, lo “sballo”) superiore allo 0,2% ed entro il limite dello 0,6%. Un tasso di principio attivo così basso fa sì che la cannabis “light” non abbia effetti psicoattivi su quelli che la usano, come riferimento si può tenere presente che il THC medio di uno spinello è generalmente compreso tra il 10% e il 20%.

Questo tipo di erba legale può essere coltivata senza alcuna autorizzazione e la si può facilmente comprare nei tabacchini ad un costo che oscilla tra i 20€ e i 40 € al grammo.

La canapa legale trova molteplici utilizzi e può essere impiegata nei più svariati settori, da quello energetico a quello della bioedilizia, dal settore cosmetico a quello alimentare. Ed è proprio in quest’ultimo settore che sta avendo il maggior successo… thè e biscottini sembrano molto meno british con una spolverata di cannabis nella loro preparazione, l’olio di canapa diventa ancora più “bio” di quello extravergine d’oliva e poi come si può negare che una patatina alla cannabis tira l’altra…

Tra i vari utilizzi che si possono fare della cannabis “light” non figura però la vaporizzazione e la conseguente inalazione a scopo “ricreativo”, in altre parole possiamo “arrostire” l’erba, ma ancora non ci è permesso “fumarla”.

Viene spontaneo chiedersi come mai, pur essendo considerata legale e utilizzata anche a scopo rilassante nel settore medico o banalmente in un infuso orientaleggiante domestico, la cannabis non possa essere fumata.

La stessa legge di riferimento (n.242/2016) non ci viene in aiuto ed è molto “nebulosa” in merito all’uso “ricreativo” della cannabis legale.

Per intenderci l’uso “ricreativo” della cannabis non viene vietato esplicitamente dalla legge n.242/2016, ma allo stesso tempo non viene nemmeno inserito tra le sue possibili applicazioni legali, come invece fa chiaramente con quelle alimentari ad esempio. Di conseguenza l’uso personale della cannabis, legale o illegale che sia, intesa come sostanza stupefacente, resta comunque vietato e punito come illecito amministrativo. (in merito si veda il mio post precedente Inserire link)

 

Cannabis illegale

La Cannabis è illegale in Italia se il principio attivo (THC) supera il limite di 0,6%.

La coltivazione di Cannabis illegale viene perseguita sempre penalmente dalla legge italiana, come ha dimostrato di recente una sentenza della Corte di Cassazione: <<costituisce condotta penalmente rilevante qualsiasi attività non autorizzata di coltivazione di piante dalle quali sono estraibili sostanze stupefacenti, anche quando sia realizzata per la destinazione del prodotto ad uso personale>>. (Cass. Sez. IV Penale sent. N. 1226/2018).

Invece, per quel che concerne il possesso di Cannabis illegale, va detto che comporta ripercussioni legali che variano in base alla destinazione d’uso delle sostanze stupefacenti possedute. Per degli approfondimenti e per una maggiore chiarezza vi rimando al mio post precedente (inserire link), dove abbiamo iniziato questo viaggio nel mondo della Cannabis e trattato proprio della differenza tra detenzione di sostanze stupefacenti per uso personale e spaccio.

 

Un altro consiglio

Un po’ coltivatori, un po’ innovatori e con un profondo spirito da commercianti, beh come potremmo non lanciarci nel nuovo business della cannabis legale… ma cosa deve fare chi ha uno spirito bucolico-new age che entro gli rugge per iniziare a coltivare e vendere la cannabis “Light”?

Bisogna tenere conto per prima cosa che si entra in un settore particolare in cui ciò che è legale è separato da una sottile linea di confine numerica, la percentuale di THC della cannabis, da ciò che non è legale, motivo per cui i controlli da parte delle forze dell’ordine risultano frequenti e accurati.

Per tutelarci, nell’evenienza di un controllo del nostro terreno da parte della polizia, è bene, in primo luogo, conservare l’etichetta dei semi di cannabis e lo scontrino del rivenditore autorizzato presso il quale sono stati acquistati, così da avere una prova immediata della nostra buona fede e della legalità della nostra impresa.

Comunque etichette e prove fiscali non sempre vengono ritenute sufficienti dalle autorità a decretare che il nostro campo d’erba  rispetti le attuali norme di legge. Infatti, qualora lo ritenesse opportuno, la polizia può predisporre dei controlli a campione sulle nostre piantine per verificarne il tasso di THC, quindi sarebbe il caso di evitare di inserire nel nostro raccolto di cannabis legale, qualche piantina “particolare”, da usare magari per festeggiare i primi utili della nostra nuova attività.

Se invece Mater Chef è la nostra passione, Cracco e Cannavacciuolo i nostri guru e noi provetti chef non vediamo l’ora di sperimentare una nuova carbonara “da sballo”, come possiamo rinunciare alla cannabis legale che abbiamo appena visto dal nostro tabacchino di fiducia? Semplice non possiamo e non dobbiamo farlo.

Sentiamoci liberi di acquistare la cannabis “light” insieme a sigarette e valori bollati, ma conserviamo attentamente la ricevuta fiscale e resistiamo al desiderio di aprire la confezione, magari per saggiarne la fragranza da buoni chef novelli quali siamo, prima di arrivare a casa.

Anche con tutte queste accortezze la polizia però potrebbe decidere di procedere comunque al sequestro della nostra erba light, così da sottoporla ad analisi e verificare il tasso di THC presente. Beh in questo caso vorrà dire che la nostra carbonara “innovativa” dovrà aspettare ancora un po’ prima di vedere la luce.

Infine come ultimo consiglio ci tengo a precisare che nel caso in cui decidessimo di fare un uso “ricreativo” dell’erba “light”, seppur l’esigua quantità di principio attivo non sia sufficiente a provocare stati psicotropici, potrebbe comunque farci risultare positivi ai test antidroga. Stiamo bene attenti quindi a non rischiare di invalidare gli esiti di uno specifico concorso per il quale è previsto un test antidroga o apparire come dopati e farci escludere da qualche evento sportivo giusto per il gusto di “uno sballo legalizzato”.

 

Altre informazioni su questo argomento?

Contatta l'Avv. Iolanda Libera Diano

3929531540      3476154461

Letto 5456 volte Ultima modifica il Giovedì, 18 Ottobre 2018 10:14
Iolanda Libera Diano

nascita 09.01.1975

Laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Roma “La Sapienza”,

Tesi di Laurea in Procedura penale Chiar.mi Prof. Cordero- Bruno “L’esame delle parti”,

ISCRITTA ALL’ALBO DEGLI AVVOCATI DI LOCRI DAL 27.10.2008 TESSERA N. 4636/08,

Titolare dello studio legale Avv. Iolanda Libera Diano, sito sul corso Garibaldi n. 106 89048 Siderno (RC) Tel. E fax 0964 313937 – cell. 3929531540 3476154461.

e-mail liberadiano@gmail.com

pec. Jolanda.diano@avvocatilocri.legalmail.it

Competenze

“Reati Sessuali” (crimini sessuali- Protocolli d’intervento nei reati sessuali-vittimologia e reati sessuali) Titolare Prof. Kathya BONATTI;

Stage presso l’EURES su “Statistica criminale (progettazione ed implementazione di banche dati relative alla criminalità).

SEMINARIO STUDI “GIUSTIZIA PSICHE E PERCEZIONE SOCIALE DEI MALTRATTAMENTI E OMICIDIO IN FAMIGLIA” PRESSO LA DIREZIONE CENTRALE ANTICRIMINE DELLA POLIZIA DI STATO DI ROMA– DIRETTORE  DELLA IV DIVISIONE DEL SERVIZIO CENTRALE OPERATIVO DOTT. LUIGI CARNEVALE;

STAGE PRESSO IL “ SIMEF” DI REGGIO CALABRIA SU MEDICINA LEGALE ( PERIZIE MEDICO - LEGALI, BALISTICHE, DATTILOSCOPICHETOSSICOLOGICHE, INDAGINI FORENSI), TITOLARI PROFF. ALDO BARBARO E ANNA BARBARO.

Consulenza legale e criminologica; da febbraio 2011 Iscrizione Difensori d’Ufficio e elenco Difensori dinanzi l’Autorità Minorile ex art. 97 c.p.p. e 29 Norme d’Attuazione c.p.p.

Titoli e specializzazioni

Diploma di Master II Livello 60 (cfu) in SCIENZE FORENSI (Criminologia- Investigazione- Security-Intelligence) Direttore Francesco BRUNO” Università degli Studi Di Roma “la Sapienza” - Dipartimento di SCIENZE PSICHIATRICHE E MEDICINA PSICOLOGICA, con la votazione di 110 e lode. Tesi di Master “Le due diverse anime di Locri: culla del diritto o della’ndrangheta?” Relatore Chiar.mo Prof. N. FUSARO

Il Master in Scienze Forensi mi ha fornito la formazione teorica e professionale del Criminologo, figura professionale in grado di fornire competenza interdisciplinari e multidisciplinari che lo portano ad una visione complessiva ed integrata dell’evento criminoso, al quale competono la rilevazione, la valutazione e l’interpretazione dei dati alla luce delle scienze psichiche e comportamentali, nonché dell’ampia conoscenza del fenomeno criminale e della reazione sociale ad esso.  Il Master mi ha fornito le conoscenze e gli strumenti necessari per affrontare e risolvere i problemi inerenti i campi di interesse e le abilità professionali per operare negli specifici settori tra cui in particolare quelli relativi alle Indagini Difensive, alla Security ed all’Intelligence, alle Consulenze e alle Perizie in ambito giudiziario.

Nel corso degli anni successivi alla laurea ho svolto attività di consulenza didattica e di ricerca per centri di studio privati e per studi professionali, tra cui L’ ASSOCIAZIONE DIDATTICA CULTURALE CENTRO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE: “PAOLO BORSELLINO”, CENTRO ACCREDITATO ALLA REGIONE CALABRIA  VIA JONIO TRAVERSA N. 184 SIDERNO (RC) DOVE HO INSEGNATO MATERIE QUALI  SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO E METODOLOGIE OPERATIVE.

Negli anni successivi alla laurea ho partecipato in qualità di relatrice a diversi convegni tra cui

RELATRICE AL CONVEGNO SU “LA TRUFFA AI DANNI DEGLI ANZIANI” (PROFILI CRIMINOLOGICI) SALA DEL CONSIGLIO COMUNALE SIDERNO;

RELATRICE AL CONVEGNO SULLO STALKING E VIOLENZA SULLE DONNE – ASSOCIAZINE ESTIA COMUNE DI CAULONIA (Aspetti tecnici del reato e analisi del profilo dello stalker)

RELATRICE AL CONVEGNO SULLA ALIENAZIONE PARENTALE – CASA COMUNALE DI CAULONIA (RC) SALA DELLE CONFERENZE.

Informazioni e recapiti

  • Indirizzo
    corso Garibaldi 106
  • Città
    Siderno
  • Provincia
    RC
  • CAP
    89048
  • Nazione
    Italy
  • Mobile
    +3929531540

Lascia un commento

Ogni commento verrà pubblicato una volta approvato il contenuto.
Potrebbe quindi trascorrere qualche ora prima di essere visualizzato in questa pagina.