Avvocato Pandolfi: Il preventivo serve?
Certo che serve.
E’ uno dei tanti modi che uso per aiutare il mio Cliente.
Cerco sempre di cooperare con lui quando chiede assistenza avvicinandosi on line allo studio per la prima volta; anche la fornitura di un preventivo per i costi prevedibili e le spese è un primo aiuto….
Cosa fa l’avvocato per aiutare il suo cliente?
Il quotidiano di un avvocato è fatto di decine e decine di adempimenti diversi: preparazione delle udienze, tenuta delle udienze, studio dei fascicoli, controlli nelle cancellerie e nelle segreterie, preparazione degli atti, dialogo con le persone a telefono (spesso gli interlocutori chiamano più di una volta), risposte a quesiti più o meno complessi via mail o sui social, iscrizione a ruolo delle cause in telematico…. e chi più ne ha più ne metta.
In tutto questo marasma, molte attività sono svolte a pagamento, ma ve ne sono tante altre del tutto gratuite come, per esempio, la fornitura del preventivo.
Quando la giornata passata dentro lo studio volge al termine, spesso c’è da avere il mal di testa.
Ecco: la mia giornata lavorativa è più o meno così, come l’ho riassunta sopra.
Vi assicuro che non è affatto semplice.
Comunque, anche se tanto impegnativa, a me piace molto.
Come dicevo, ogni singola attività dello studio ha la precisa funzione di essere utile alle persone; cerco sempre di dare un primissimo aiuto con un preventivo.
Che cos’è il preventivo?
Il preventivo non è altro che una stima dei costi e degli onorari, calcolata appunto prima e “su misura”, in modo da permettere al cliente di capire e decidere se lo condivide e, poi, se darmi o no il mandato.
In realtà con il preventivo non faccio altro che dare al cliente un’informazione ma soprattutto un “potere”: quello di scegliermi se mi ritiene adatto al suo caso, ovviamente se il costo che io gli presento è giusto secondo lui.
Come si valuta il preventivo?
Il mio preventivo può ammettere solo tre risposte diverse:
1) può essere considerato troppo alto,
2) può essere considerato troppo basso,
3) può essere ritenuto giusto.
Quindi, chi lo riceve dispone di un controllo totale sulla propria scelta difensiva: potrebbe per esempio condividere il preventivo in quanto lo ritiene calcolato correttamente in base alle proprie aspettative e al tipo di attività professionale che mi chiede.
Diversamente, potrebbe ritenerlo troppo alto.
A quel punto, se io fossi il cliente non direi all’avvocato che “non mi sarei mai aspettato un preventivo così alto”, ma gli scriverei o lo chiamerei chiedendogli altre spiegazioni e chiarimenti, così da capire perché l’importo proposto è proprio quello.
Al limite, se ne può discutere insieme per trovare una soluzione concordata.
Come sono considerati di solito i miei preventivi?
Beh, devo dire molto bene, a giudicare dall’elevata percentuale di “si” che essi generano.
Nel mio caso è raro che un cliente non accetti il preventivo che gli propongo, anche perché quasi sempre mi adopero per agevolarlo, ad esempio organizzando pagamenti con rate mensili minime, posticipando i pagamenti o cose del genere.
In pratica:
il mio lavoro inizia già quando gratuitamente fornisco un preventivo, cioè quando invio quel documento che ha lo scopo di aiutare il cliente a decidere e a scegliere il suo difensore.
Altre informazioni su questo argomento?
Contatta l’Avv. Francesco Pandolfi
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