Il fenomeno del revenge porn: analisi e conseguenze
Il revenge porn rappresenta un reato di notevole gravità, come stabilisce la Legge in vigore dal 9 agosto 2019, che prevede sanzioni che vanno da uno a sei anni di carcere per chi si rende colpevole della diffusione o circolazione di materiale sessualmente esplicito, originariamente destinato alla sfera privata.
Ma cosa si intende con il termine "revenge porn"?
In sintesi, è la divulgazione illegale di immagini o video di natura sessuale, come specificato nell'articolo 612 ter del codice penale. Questa disposizione mira a sanzionare chiunque diffonda, senza il consenso delle persone coinvolte, materiale esplicito che era destinato a rimanere confinato nella sfera privata.
La norma si articola in modo chiaro: chi, dopo aver realizzato o sottratto tali contenuti, li invia, consegna, cede, pubblica o diffonde senza il consenso delle persone coinvolte, può essere punito con la reclusione da uno a sei anni e con una multa che varia da 5000 a 15.000 euro. La stessa pena si applica a chi, avendo ricevuto o acquisito tali contenuti, li diffonde con lo scopo di arrecare danno alle persone rappresentate.
Va sottolineato che la sanzione può essere aumentata in diversi casi, come quando il reato è commesso da coniuge, anche separato o divorziato, o da chi è o è stato legato da una relazione affettiva alla persona offesa. Inoltre, se il reato viene commesso tramite strumenti informatici o telematici, la pena può essere aumentata. Un incremento della pena è previsto anche se il crimine viene perpetrato ai danni di una persona in condizione di inferiorità fisica o psichica, o di una donna in stato di gravidanza.
È importante notare che il revenge porn è perseguibile solo su querela della persona offesa, che deve essere presentata entro sei mesi dall'atto illecito. La remissione della querela può avvenire solo nel corso del procedimento giudiziario. Tuttavia, l'autorità può intervenire d'ufficio in determinati casi, come quando il reato è connesso ad altri delitti che richiedono un intervento giudiziario automatico.
Nel passare all'aspetto pratico, è fondamentale comprendere come la Legge si applichi concretamente. La procedibilità può avvenire su querela di parte o d'ufficio, a seconda delle circostanze specifiche. La competenza giurisdizionale rientra nell'ambito del Tribunale, con udienza preliminare. L'eventuale arresto è facoltativo, mentre la custodia cautelare in carcere è possibile. Esistono inoltre altre misure cautelari personali che possono essere adottate a discrezione del giudice. Infine, il termine di prescrizione del reato è compreso tra sei e nove anni, come previsto dal quarto comma della normativa.
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