Il Giudice è la figura istituzionale cui sono riconosciute l'autorità e la competenza di emettere giudizi o decisioni definitive. Esistono regole e disposizioni per convincerlo?
Forse ti sarà capitato di pensare ad una causa, ai modi per avviarla, a quali documenti presentare, a quale strategia adottare per cercare di arrivare ad una soluzione favorevole per il tuo caso.
Magari ti sarai pure chiesto se esistono modi specifici per convincere il giudice, in pratica per fare in modo che la tua ragione, la tua verità, emerga prima della ragione del tuo antagonista nella causa e questo, in definitiva, per far sì che alla fine il magistrato emetta una sentenza a tuo favore.
E’ così?
Bene: avrai percepito che non è facile capire se esistono modi specifici per convincere il giudice.
Il consiglio che ti posso dare è, intanto, di iniziare a distinguere i diversi tipi di processo che il nostro Ordinamento conosce.
Esistono infatti cause civili, cause penali, processi amministrativi, processi tributari: ciascun rito è regolato da specifiche disposizioni mediante appositi codici.
Ad esempio, nelle cause civili e amministrative il modo corretto per affrontarle è rispettare il principio dell’onere della prova.
In altri termini, non basta affermare la propria tesi difensiva scrivendola sull’atto di citazione, sul ricorso o sulla comparsa di risposta: ciò che rileva è la capacità di dimostrare con le prove quanto si assume. Probabilmente, intesa così, quella del rispetto dell’onere della prova potrebbe anche essere considerata una metodologia codificata per persuadere il giudice della bontà della nostra linea difensiva.
Ovviamente, il magistrato si formerà il suo libero convincimento sulle sorti della causa e, alla fine, scriverà la sua sentenza che, nel caso non dovesse essere condivisa dalla parte soccombente, potrà essere criticata con un appello e, quindi, indirizzata verso un successivo grado di giudizio, davanti un altro giudice del quale se ne presume una maggiore scienza e competenza.
La gestione delle cause civili è prevalentemente scritta, così come quelle amministrative. Nei processi penali è più frequente il ricorso al parlato e, dunque, all’oralità.
Ad esempio, nei processi penali non esistono precisi criteri da seguire per essere certi che il giudice si convincerà dell’innocenza del nostro cliente. All’interno di questo particolare processo la prova si forma nel dibattimento e tutto è un po’ imprevedibile, le variabili sono parecchie. Occorre esaminare i testimoni, sentire l’imputato, svolgere l’arringa….
Anche qui il giudice si formerà il suo libero convincimento ed avranno un peso specifico la figura dell’avvocato e, quindi, la sua esperienza nei dibattimenti, la figura dell’imputato, della parte offesa e così via.
Penso sia importante per il difensore, nel processo penale, cercare di entrare in sintonia con il giudice. Di riflesso, ciò avrà una sua importanza per chi è difeso nel giudizio.
Insomma, in definitiva, per ciascun tipo di processo occorre una strategia per cercare di arrivare a dama.
L’idea che il giudice si farà della tua tesi difensiva dipenderà da come verrà istruita la causa stessa, quindi dalla qualità della ricerca giurisprudenziale a monte sui casi simili, dalla qualità dello scritto difensivo, dalla qualità spessore e preparazione specialistica dell’avvocato scelto, in minima misura dalla sorte, non ultimo dalla robustezza delle prove a sostegno.
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