Lunedì, 01 Ottobre 2018 19:47

Uomo subisce violenza: come tutelarlo?

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Uomo violentato: come aiutarlo?

Capita abbastanza spesso che le cronache parlino di violenza sulle donne; più raramente capita di sentire le storie contrarie, cioè di uomini fatti oggetto di violenza da parte delle donne. Sembra strano?  Eppure è una realtà.

 

Uomo violentato: il quadro della situazione

Da alcuni anni due associazioni nel nord Italia operano nella tutela degli uomini violentati: ANKYRA a Milano e CEAV a Vicenza.

I mass media danno maggior rilievo alla violenza che le donne subiscono, anche perché sulle donne violentate si dispone di una maggior casistica.

Ultimamente questi macabri scenari terminano con l’uccisione della vittima o, ancor peggio, con la deturpazione fisica.

Tutto questo non autorizza ad ignorare il problema inverso, ossia uomini che subiscono violenza.

 

Uomo violentato: il fenomeno

Il fenomeno di uomini vittime di violenza, vessazioni, stalking, violenza fisica da parte di mogli o compagne è sempre più presente e frequente, ma molto meno discusso o portato allo scoperto.

Viene considerata una fantasia o meglio una leggenda metropolitana ma, come esiste la violenza sulle donne, esiste la violenza perpetuata sugli uomini.

Il parlarne poco avviene a causa della reticenza maschile: l’uomo tende a non essere creduto o, peggio, teme di essere deriso o non ascoltato.

 

Uomo violentato: il ricatto

In Italia non esistono case rifugio per uomini che subiscono maltrattamenti all’interno delle mura domestiche, mentre in Svizzera, Francia e Gran Bretagna esistono.

Le violenze maggiormente perpetuate sugli uomini sono: angherie-umiliazioni-ricatti.

I ricatti vengono prodotti sui padri attraverso il mobbing genitoriale o con false accuse di violenza domestica e, da lì, la delegittimazione come figura paterna ed esclusione dalla vita dei figli è rapida. 

Il ricatto ancor oggi trova terreno facile poiché le istituzioni o scuole di pensiero non prendono seri provvedimenti, anzi in alcuni casi sembra che avallino tali comportamenti.

Padri o uomini che subiscono la violenza fisica non denunciano per non trovarsi in quel tunnel di non ritorno dove si crede al carnefice e non alla vittima, solo perché la credenza popolare afferma che non è possibile che un uomo possa essere picchiato, o violentato nella sua integrità di uomo e di maschio.

In queste situazioni l’uomo deve accettare passivamente, per non passare lui come violento o stupratore.

 

Uomo violentato: l’ascolto

Alcuni studi clinici hanno e stanno dimostrando che non dando alcun riconoscimento o ascolto agli uomini maltrattati, si corre il rischio di trasformarli in abusanti.

Questa mancanza di ascolto e di attenzione è una leva che può produrre conseguenze terribili, come del resto i dati ultimamente confermano.

Occorre che gli uomini si convincano ad aprirsi, ma bisogna che le istituzioni prendano coscienza e conoscenza del problema, diventando parte attiva.

 

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Letto 1831 volte Ultima modifica il Lunedì, 01 Ottobre 2018 19:52
Maria Bernabeo

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La Dott. Maria Bernabeo si è laureata in psicologia nel marzo 1979; è abilitata in psicoterapia Junghiana dal marzo 1990.

Dal 1979 al 1987 ha collaborato presso l’istituto Leonarda Vaccari in qualità di volontaria, seguendo bambini con disturbi psicofisici.

Dal 1987 al 1995 ha collaborato con qualifica di frequentatore scientifico presso la VI Clinica Psichiatrica dell’Università di Roma la Sapienza.

Dal 1995 ad oggi esercita presso il proprio studio: terapia individuale, di coppia, familiare, consulente Tecnico di parte presso il tribunale di Roma; inoltre è Mediatore Familiare.

Dal 1998 collabora con varie associazioni di genitori separati; attraverso questa collaborazione ha studiato ed approfondito alcune tematiche del diritto di famiglia: PAS (alienazione genitoriale) false denunce di violenza domestica e di abuso, denunce di stalking, mobbing genitoriale.

Presidente dal 2005 dell’Associazione Help Family, attraverso la quale promuove progetti nella scuola (prevenzione al bullismo, sportelli ascolto, tutela dei rapporti minore–genitore).

Per contattare la Dottoressa Maria Bernabeo: 334 565 3199.

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