La norma che disciplina l'indennizzo
Si tratta dell'art. 7 del Regolamento 261/2003, che è chiamato a regolamentare tutta una serie di situazioni: in pratica le regole per risolvere una gran lista di problematiche delle quali possono rimanere vittime i passeggeri.
Pensiamo ai casi di ritardo del volo, o del volo negato o cancellato.
Qui scattano alcune regolette, che è sempre bene sapere.
Vediamo le singole situazioni:
l'indennizzo scatta per il ritardo superiore a tre ore per voli all'interno dell'Unione Europea e prevede i seguenti importi:
euro 250,00 in caso di tratte pari o inferiori a 1500 chilometri,
euro 400,00 in caso di tratte superiori a 1500 chilometri, o in caso di tratte comprese tra 1500 e 3000 chilometri,
euro 600,00 per tutte le altre tratte.
Come calcolare la distanza tra voli con scali
Si sa: quando ci si trova in aereoporto e si ascolta l'annuncio del ritardo, o peggio del volo cancellato, i passeggeri entrano in una fase di vero e proprio stress.
Magari tanti si trovano in quel posto perché hanno programmato una vacanza: non è certo una situazione tra le più tranquille.
Sono le angosce e appunto lo stress generato dal volo in ritardo a spingere, in seguito, la vittima a chiedere l'indennizzo: il giusto indennizzo.
Tuttavia, è bene sapere che le regole internazionali seguite per queste specifiche situazioni, oltre che al "parere" dei giudici in materia (Corte di Giustizia dell'Unione Europea, sentenza resa nella causa C 559/16) non arrivano ad accordare un pagamento del danno conforme alla somma delle distanze percorse, scali inclusi.
La norma vuole che ad essere indennizzata sarà solo la distanza tra luogo del primo decollo e destinazione finale, evitando la somma dei chilometri che passano tra uno scalo e l'altro.
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Contatta l'avv. Francesco Pandolfi
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