Avv. Francesco Pandolfi 3286090590
LA NOVITA'
Finalmente il Consiglio di Stato tira fuori una sentenza destinata a fare storia a tutto vantaggio di chi aspira al porto (C.d.S. sentenza n. 4055 del 3 luglio 2018).
Si perchè in materia di licenza di porto di pistola per difesa personale ormai da troppi anni si registrano problemi in sede di rinnovo: la Prefettura, come è ben noto, si sente libera di dire no alla richiesta di rinnovo perchè l'attività professionale del richiedente, ad esempio, non lo espone a rischi o pericoli specifici (pensiamo all'avvocato, al notaio, all'assicuratore, all'imprenditore, al medico e così via).
Anzi, spesso si sente dire dall'Amministrazione: il fatto che per anni la persona interessata sia stata autorizzata sugli stessi presupposti della richiesta attuale, non è un valido motivo per impedire al Ministero dell'Interno di cambiare orientamento e, quindi, di rivalutare al negativo i requisiti per concedere il provvedimento che si chiede.
Ebbene questa nuova e dirompente sentenza cambia le carte in tavola, afferma un importante principio e di fatto apre realmente le porte ad una valanga di ricorsi per tutti coloro che hanno ricevuto o dovessero ricevere il diniego nei termini sopra descritti.
IL PRINCIPIO DI BASE
Ciò che precisa il Consiglio di Stato è un fatto semplice ma decisivo allo stesso tempo.
In pratica, non si vuole mettere in discussione il potere dell'amministrazione, che è quello di cambiare orientamento in ordine all'autorizzazione al porto d'armi per difesa personale.
Il principio invece da affermare è che questo potere va usato con l'obbligo di specificare sempre una motivazione adeguata (una motivazione rafforzata), soprattutto nei casi in cui il permesso è risalente nel tempo ed è stato sempre prorogato in quanto sono mancati abusi del suo titolare.
Se questo obbligo non viene osservato, il provvedimento di rigetto non regge e può essere quindi contestato con il ricorso.
QUALI VALUTAZIONI PUO' FARE LA PREFETTURA
E' bene in ogni caso avere sempre presente che l'Amministrazione può effettuare le seguenti valutazioni in occasione del rinnovo del porto: può tenere conto del particolare momento storico, delle peculiarità delle situazioni locali, delle considerazioni che in rapporto all'ordine e alla sicurezza pubblica si posso formulare a proposito di determinate attività e di specifiche situazioni.
In questi casi il Ministero dell'Interno è legittimato ad adottare criteri rigorosi per esaminare le istanze degli interessati, tenendo conto dell'esigenza di limitazione della diffusione delle armi.
QUALI VALUTAZIONI NON PUO' FARE LA PREFETTURA
Se questi criteri appena enunciati sono veri, è altrettanto vero che la Prefettura, come sopra anticipato, non può utilizzare il suo potere discrezionale senza adottare una motivazione rinforzata. Nel caso in cui il Ministero si dovesse limitare a richiami verso generiche "direttive", ebbene tanto non basterebbe per giustificare la motivazione.
COSA FARE IN CASI SIMILI
Nel caso in cui la persona interessata al porto si dovesse trovare di fronte ad un diniego di questo tipo, potrà sfruttare la leva offerta dalla sentenza del Consiglio di Stato qui segnalata e ricorrere al Magistrato amministrativo mettendo in evidenza le lacune del diniego (mancanza di motivazione rafforzata).
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