La contraffazione alimentare
Come consumatori siamo esposti a mille pericoli, non ultimo quello della contraffazione alimentare.
La contraffazione alimentare è la sostituzione totale di una sostanza alimentare con un’altra il cui pregio è nettamente minore. Esempio: la vendita di olio di semi spacciati per olio di oliva, oppure la vendita di margarina “mascherata” da burro. Può accadere, inoltre, che a sostanze sane si vadano a sostituire sostanze pericolose per la salute (fonte: Benessere.com).
Si tratta di casi che si verificano pure con una certa frequenza e che, fortunatamente, vengono arginati dall'abile lavoro investigativo della Procura e della G.d.F.
Vediamo, appunto, più da vicino come il paziente lavoro della Guardia di Finanza conduce in un caso a scoprire un'organizzazione criminale dedita a questo losco e dannoso traffico (Corte di Cassazione, terza sezione penale, sentenza n. 39508/17).
Il caso
Un imprenditore rimane coinvolto in un vasto giro di contraffazione di olio extravergine toscano Igp.
Durante l'indagine comincia a delinearsi un'ipotesi di reato specifica: in pratica qualche anno prima avrebbe acquistato alcune partite di olio di origine "greca", tagliato con qualche oliva locale al solo scopo di piazzarlo sulla rete di vendita come "toscano", in questo modo realizzando elevati profitti dati proprio dall'aver venduto come prodotto di qualità un olio del tutto diverso.
Chi ricorre contro il sequestro probatorio di documenti fiscali e contabili è, appunto, uno tra i vari imprenditori della "rete", il quale si ritiene assolutamente non coinvolto in questa grossa indagine (è indagato come concorrente nel reato) visto che si è limitato solo ad acquistare una modesta quantità di olio dalla società che nell'indagine è collegata all'associazione per delinquere: sostiene in pratica che il generico sequestro di tutta la sua documentazione e strumentazione informatica è ingiusto, in quanto praticato al solo scopo di ricercare la cosiddetta notizia criminis (la notizia di reato).
La soluzione data dalla Cassazione
E' basata principalmente sulla spiegazione del contenuto del sequestro probatorio e della sua finalità nell'ambito delle indagini.
Dice la Corte che la lamentela dell'imprenditore ricorrente non può essere condivisa, in quanto quel sequestro adottato nei suoi confronti ha una sua ragione d'essere se si osserva lo sviluppo possibile dell'indagine.
In buona sostanza: la legittimità del sequestro probatorio si basa sull'idoneità degli elementi della notizia di reato a rendere effettivamente utile lo svolgimento di ulteriori e più vaste indagini, il tutto per arrivare a prove certe ed ulteriori, cui non si arriverebbe senza sottrarre all'indagato una determinata cosa (la "res"). Non importa la valutazione, al momento, della fondatezza dell'ipotesi di accusa.
In pratica
La contraffazione alimentare è una piaga: per tutelare chi in buona fede consuma questi prodotti alimentari, credendo nella loro autenticità, ci si deve adoperare ogni mezzo lecito: le indagini svolte dalla Guardia di Finanza (come in questo caso), allargate grazie al sequestro probatorio, aiutano a delineare i profili di reato esistenti e a punire i responsabili.
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