Giovedì, 30 Gennaio 2020 11:13

Armi, revoca licenza

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Come è meglio muoversi se il Questore revoca la tua licenza di porto di fucile uso caccia?

 

Nel caso in cui lo fa ritenendo che alcuni reati di truffa e falsità ideologica da te commessi gli impediscono una valutazione serena della tua personalità, come puoi spiegare che quei reati non hanno per niente ridotto la tua affidabilità nel campo delle armi?

 

In pratica: come puoi fare per mettere in evidenza che quei reati non hanno attinenza con le armi e che, quindi, non fanno di te una persona pericolosa per gli altri?

 

 

 

Indice

Puoi presentare una memoria difensiva

Puoi presentare un ricorso   

 

 

 

A prima vista potrà sembrarti strano che la Questura non faccia distinzione tra tipi di reato.

 

Eppure sai, e anche l’amministrazione sa bene, che la buona condotta viene meno solo se una certa fattispecie criminosa non dà garanzie per il corretto uso dell’arma.

 

Quello che però ti posso dire subito è che questa cosa accade, e pure con una certa frequenza; cioè la Questura generalizza e fa di tutta l’erba un fascio.

 

Dunque, se queste sono le premesse è subito chiaro che le domande sulla delicata questione possono diventare tante.

 

Probabilmente la principale domanda che, a questo punto, vorresti porre è:

 

come è meglio muoversi se non condividi quanto afferma il Questore il quale ti ha revocato, secondo te senza valide ragioni, la licenza di porto di fucile ad uso caccia (vedi anche: problemi su rinnovo licenza  oppure  giudizio di affidabilita)?

 

Questa potrebbe essere la tua domanda o una tra le tante domande possibili; ti dico che si tratta di una domanda che nella quotidianità si sente anche molte volte: diverse sono infatti le persone che si ritrovano a dover gestire una situazione di questo tipo dove, ad un certo punto, l’amministrazione ti fa muro contro perché ha generalizzato la sua valutazione (vedi anche: poteri dell'autorita amministrativa).

 

Esiste allora un modo per cercare di risolvere il problema?

 

Sicuramente si: qui esaminiamo in sintesi il caso in cui la questione si presenta, con un maggior grado di probabilità, risolvibile.

 

Tornando un attimo indietro, per rispondere allora alla domanda del titolo, ossia Armi: revoca licenza, bisogna esaminare la questione indicando i passaggi procedurali consigliabili per difendersi.

 

Bisogna prima di tutto domandarsi come mai il Questore arriva a dire che la semplice tua segnalazione per reati contro il patrimonio è motivo valido per la revoca, pur avendo tu spiegato e documentato che non è così.

 

Vediamo allora, in pratica, cosa è meglio fare per cercare di risolvere.

 

 

 

Puoi presentare una memoria difensiva

 

Si: la puoi presentare, ed è consigliabile che tu lo faccia, già nella fase di avvio del procedimento amministrativo per la revoca: abbi cura di spiegare e documentare nelle osservazioni il dettaglio dei tuoi argomenti (vedi anche: revoca ricorrente vince).

 

Sappi che se questo fondamentale primo atto difensivo verrà presentato degnamente, l’amministrazione non potrà ignorarlo e, almeno in teoria, dovrebbe rivedere la sua rigida posizione.

 

Diciamo in teoria perché, è risaputo, che la Questura spesso si limita purtroppo a dire no quasi in automatico, pur non avendo riscontri oggettivi in mano che sconfessino quanto da te accuratamente dimostrato, ma limitandosi a riportare sul decreto le classiche frasi ciclostile, tipo copia e incolla per capirci, uguali per tutti i casi.

 

A questo punto cosa è meglio fare?

 

 

 

Puoi presentare un ricorso  

 

Nel caso tu non voglia mollare ed ambisca a dimostrare finalmente la tua ragione, allora agisci e notifica il ricorso al Tar.

 

Questo passaggio è importante (vedi anche: .

 

Sappi che se manca questo ricorso la tua pratica rimarrà ferma al passaggio precedente, ossia alla revoca: se non lo fai, dopo per te sarà complicato e faticoso disarticolare, senza una causa, il respingimento.

 

Dunque, se alla fine hai deciso di andare avanti con il ricorso al Tar, la prima cosa da fare è confermare la scelta di un avvocato (vedi anche: avvocato) che abbia familiarità con la materia del diritto delle armi.

 

Il passo successivo, procedere con la notificazione del ricorso e il deposito; quindi attendere la chiamata del Giudice.

 

Se i fatti oggetto della causa sono, come abbiamo accennato nel preamobolo, episodi di truffa e falsità ideologica, ecco questi fatti andranno analizzati e documentati proprio per dimostrare in modo incontrovertibile che non hanno attinenza con le armi (vedi anche: armi uso caccia e denuncia per truffa).

 

Il Tar, con ogni probabilità, accoglierà il tuo ricorso, rendendosi conto della bontà delle tue argomentazioni.

 

Del resto è proprio quanto si è verificato in occasione di una causa davanti il Tar Palermo, dove i giudici hanno accolto appunto il ricorso della persona interessata con la sentenza n. 191/2020, pubblicata il 22.01.2020.

 

In conclusione, ciò che importa ai fini pratici è che l’amministrazione deve svolgere una complessiva valutazione della tua personalità, supportata da validi elementi: non può limitarsi alla notizia di reato non attinente alle armi (vedi anche: reati assenza di rischio).

 

 

 

Altre informazioni?

Contatta l’Avv. Francesco Pandolfi

3286090590

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Letto 7827 volte Ultima modifica il Giovedì, 30 Gennaio 2020 11:40
Francesco Pandolfi e Alessandro Mariani

Francesco Pandolfi

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Francesco Pandolfi AVVOCATO

Lo studio Pandolfi Mariani è stato fondato dall’avvocato Francesco Pandolfi.

Egli inizia la sua attività nel 1995; il 24.06.2010 acquisisce il patrocinio in Corte di Cassazione e Magistrature Superiori. Si è occupato prevalentemente di diritto amministrativo, diritto militare, diritto delle armi, responsabilità medica, diritto delle assicurazioni.

E' autore di numerose pubblicazioni su importanti quotidiani giuridici on line, tra cui Studio Cataldi e Mia Consulenza; nel 2018 ha pubblicato il libro "Diritto delle armi, 20 sentenze utili".

La sua Missione era e continua ad essere con lo studio da lui fondato: "aiutare a risolvere problemi giuridici".

Riteneva che il più grande capitale fosse la risorsa umana e che il più grande investimento, la conoscenza. Ha avuto l'opportunità di servire persone in tutta Italia.

I tratti caratteristici della sua azione erano: tattica, esperienza, perseveranza. coraggio, orientamento verso l'obiettivo.

Tutto questo resta, lo studio da lui fondato continua l’attività con gli avvocati e i collaboratori con i quali ha sempre lavorato nel corso degli anni e ai quali ha trasmesso tutte le sue competenze.

 

 

Alessandro Mariani Avvocato

data di nascita: 08/04/1972

 

Principali mansioni e responsabilità: 
Avvocato
Consulenza legale e redazione atti giudiziari per il recupero del credito (Decreto Ingiuntivo e Costituzione nelle opposizioni);
Attività giudiziale e stragiudiziale con apertura di partita iva ed iscrizione alla casa forense;
Iscrizione nell’Albo degli Avvocati stabiliti di Latina dal 26/4/2012.

 

 

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