Che cos’è
L’alienazione genitoriale è un disturbo che insorge quasi sempre nel contesto delle controversie per la custodia dei figli.
Come nasce
L’alienazione è data da una “programmazione” dei figli da parte di un genitore patologico (genitore alienante) che produce una sorta di lavaggio del cervello, in grado di far perdere ai figli il controllo con la realtà degli affetti fino ad esibire astio, disprezzo ingiustificato e continuo verso l’altro genitore (genitore alienato).
Come valutare la capacità genitoriale
In questi vissuti il più delle volte il giudice o l’avvocato di una delle parti richiede una consulenza tecnica per valutare l’idoneità della capacità genitoriale dei genitori in questione.
L’esperienza del consulente
Il genitore alienante, durante questa operazione, mette in atto le proprie abilità manipolatorie proiettando una realtà in cui il genitore alienato appare come colui che ha prodotto violenza domestica.
Da qui si innescano meccanismi di valutazione rispetto ai quali i test ancora usati non riescono a dare una corretta valutazione: ancor oggi non abbiamo strumenti che possano sventare efficacemente questi giochi.
Nell’ambito forense si usano ancora test di cui in America da tempo non si fa più uso, per dare spazio ad una diagnostica meno proiettiva ma più scientifica; ci si è resi conto infatti che con i test di prima generazione (proiettivi) il soggetto patologico aveva una scappatoia, rappresentata dal fatto che la patologia era dovuta a vissuti vessatori prodotti all’interno della relazione.
Il soggetto alienato il più delle volte appare soggetto sano, ma con un comportamento aggressivo e, quindi, colpevole.
Ancor oggi, con questo carosello, il genitore alienante esce vincitore continuando a poter fare i propri giochi.
Cosa fare
Come arrivare ad operare per una corretta salvaguardia delle parti? Abbandonare la vecchia diagnostica al fine di accedere ad una realtà basata su un maggior rigore scientifico rispetto a quello usato fino ad oggi.
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